Parco circolante Ue: l’età media aumenta e occorre stimolare la rapida sostituzione

Una nota dell’Associazione europea dei costruttori di autoveicoli sottolinea la necessità di misure da parte dei policy maker Ue in grado di dare un impulso allo svecchiamento del parco circolante.

 

La flotta delle auto che, attualmente, si muove sulle strade europee si sta, certamente evolvendo, verso modalità di alimentazioni e di prestazioni energetico/emissive più green, ma, pure se la transizione è iniziata da tempo, ci vorrà ancora parecchio affinché siano sostituiti completamente i veicoli vecchi e più inquinanti e il parco circolante sia più pulito.

Lo ha ricordato in una nota ACEA – l’Associazione europea dei costruttori di autoveicoli che rappresenta i 15 principali produttori europei di automobili, furgoni, camion e autobus.

Lo spunto di riferimento è l’ultimo Rapporto annuale “Veicoli sulle strade europee” pubblicato dall’Associazione in febbraio e  che rappresenta il quadro completo sui veicoli in circolazione sulle strade europee. Oltre a presentarne il numero, il Rapporto si concentra su altri dati interessanti come l’età media dei veicoli nei singoli Paesi Ue, le diverse tipologie di potenza, le alimentazioni, la proprietà, ecc.

Orbene, rimarcano i costruttori, nonostante l’appeal delle auto elettriche a batteria sia notevolmente cresciuto arrivando ad una quota di mercato di quasi il 15% (in pratica la terza scelta più popolare fra gli acquirenti lo scorso anno), queste rappresentano solo 1,2% delle auto circolanti in Ue.

Se guardiamo all’età media delle auto in Ue, questa, attualmente, si attesta sui 12,3 anni e già se osserviamo i dati dai mercati chiave si notano differenze notevoli: Spagna, 13,9; Italia, 12,5; contro Francia e Germania più performanti, rispettivamente 10,8 e 10.

Tuttavia, i grandi Paesi dell’Europa centrale, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania si attestano tutti sopra i 14 anni, mentre Grecia, Estonia e Lettonia detengono le età medie del parco circolante più elevate, rispettivamente: 17,3 – 16,6 e 15,2; contro i picchi sul fronte opposto rappresentati da Paesi Bassi (11,7), Belgio (9,8) e Austria (8,9).

E se si guarda ai veicoli commerciali le cose non vanno meglio: i camion sono in genere il tipo di veicolo più vecchio, con una media UE di 13,9 anni, mentre la media sia per gli autobus che per i veicoli commerciali leggeri è di 12,5 anni. Ma quello che fa pensare i costruttori e non solo, a questo punto, è che dal 2018 l’età media di tutti i tipi di veicoli è aumentata di circa un anno.

A questo punto, scrivono da ACEA, il rischio, o meglio, la certezza, è che di fatto: “ci vorranno anni, addirittura decenni, prima che i veicoli più vecchi vengano sostituiti da quelli più nuovi dotati di tecnologie più pulite ed ecologiche”.

La partita non si gioca solo sulle alimentazioni, ma anche sulle tecnologie, perché i veicoli più vecchi, in genere, sono meno efficienti, sia dal punto di vista dei consumi, che da quello delle emissioni e se l’obiettivo generale è decarbonizzare velocemente, occorre far sì che il parco circolante più vecchio venga rapidamente sostituito da modelli più performanti nei quali le Case automobilistiche hanno massicciamente investito.

La strada da seguire, secondo i costruttori è quella dell’accelerazione sulla diffusione dei modelli elettrici a batteria e di altri modelli a emissioni zero, ma le sole norme non bastano; occorre più slancio da parte dei Paesi nella implementazione delle infrastrutture di ricarica (che rappresenta la conditio sine qua non per una reale diffusione di tali veicoli) e, al contempo, adeguate misure di incentivazione all’acquisto.
Saprà l’Europa cogliere la sfida?

Foto di rieracanler da Pixabay

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