Dalla Commissione Ue il nuovo “Pacchetto auto”
Pragmatismo e flessibilità sono le parole chiave insieme a competitività e innovazione. Di nuovo in pista gli endotermici dopo il 2035, ma previsti meccanismi di compensazione.

Presentato ieri, a Bruxelles, dalla Commissione europea, il Pacchetto auto pensato per sostenere gli sforzi dell’industria automobilistica verso la mobilità pulita e la transizione energetica.
L’iniziativa prende le mosse dal Piano d’azione per il settore automobilistico e sui contributi forniti dell’industria e dai principali stakeholders nel corso delle riunioni del dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica avviato a gennaio di quest’anno dalla Presidente Ursula von der Leyen e che ha riunito i rappresentanti dell’industria, le parti sociali, gli Stati membri, le regioni e i rappresentanti della società civile per discutere le sfide e le opportunità che il settore deve affrontare.
Le questioni sono note; il settore automotive sta vivendo una preoccupante crisi delle vendite stretta fra la concorrenza dei giganti asiatici e incertezze geopolitiche che si riflettono sulla capacità di spesa del consumatori.
Allo stesso tempo, ci sono precisi e ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione da rispettare, ma per farlo serve una indipendenza dalle forniture di componentistica elettronica e di materiali strategici. Pertanto, è la stessa industria delle auto a richiedere una maggiore flessibilità delle norme e una generale semplificazione delle stesse.
Ebbene, il quadro politico “ambizioso ma pragmatico” esposto dalla Commissione Ue intende rispondere a tutte queste sollecitazioni pur cercando di garantire la neutralità climatica e l’indipendenza al 2025.
“Innovazione. Mobilità pulita. Competitività. Quest’anno queste sono state le principali priorità dei nostri intensi dialoghi con il settore automobilistico, le organizzazioni della società civile e le parti interessate – ha dichiarato la Presidente della Commissione europea Von der Leyen – E oggi ci rivolgiamo a loro tutti insieme. Poiché la tecnologia trasforma rapidamente la mobilità e la geopolitica rimodella la concorrenza globale, l’Europa rimane in prima linea nella transizione pulita globale”.
“L’industria automobilistica europea è una pietra miliare della nostra economia, contribuisce per il 7% al PIL dell’UE e sostiene quasi 14 milioni di posti di lavoro”, le ha fatto eco Apostolos Tzitzikostas, Commissario per i Trasporti sostenibili e il turismo.
“Con l’odierno pacchetto auto rafforziamo la competitività del settore introducendo flessibilità nelle norme in materia di CO2 per autovetture e furgoni e un quadro tecnologicamente neutro. Stiamo inoltre creando una domanda di autovetture e furgoni aziendali più puliti, rafforzando le catene di produzione e di approvvigionamento dell’UE”.
Obiettivo mobilità pulita, ma con pragmatismo; inversione di rotta sullo stop agli endotermici al 2035
La previsione della sopravvivenza dei motori a combustione interna oltre l’orizzonte del 2035 (così come richiesto a gran voce dai produttori e da molti Paesi membri), rappresenta, plasticamente come da Bruxelles si sia voluta affrontare la transizione green nel settore automobilistico sia dal punto di vista della domanda, che dell’offerta.
Su un piatto della bilancia, infatti c’è il riesame delle norme vigenti in materia di emissioni di CO2 per autovetture e furgoni e una modifica mirata a quelle per i veicoli pesanti. Sull’altro, è stata proposta una iniziativa per decarbonizzare i veicoli aziendali con obiettivi nazionali vincolanti per i veicoli a zero e a basse emissioni.
A questo punto, il Pacchetto auto in materia di CO2 offre ora ulteriori flessibilità per sostenere l’industria e rafforzare la neutralità tecnologica, fornendo, nel contempo, prevedibilità ai costruttori di veicoli e mantenendo un chiaro segnale di mercato verso l’elettrificazione.
Dunque, a partire dal 2035 le case automobilistiche dovranno rispettare un obiettivo di riduzione delle emissioni dallo scarico del 90%, le restanti emissioni del 10% dovranno essere compensate mediante l’utilizzo di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell’Unione o da carburanti elettronici e biocarburanti.
Ciò consentirà agli ibridi plug-in (PHEV), agli estensori di gamma, agli ibridi leggeri e ai veicoli con motore a combustione interna di svolgere ancora un ruolo oltre il 2035, oltre ai veicoli completamente elettrici (EV) e a idrogeno.
Nel frattempo, prima del 2035 i produttori di auto potranno beneficiare di “supercrediti” per le piccole auto elettriche a prezzi accessibili prodotte nell’Unione europea. Questo, per incentivare la maggior penetrazione nel mercato europeo di modelli elettrici più piccoli.
Inoltre, per spingere su una maggior diffusione dei veicoli commerciali leggeri elettrici (il cui appeal, finora, non è stato particolarmente alto) da Bruxelles prevedono la concessione della riduzione dell’obiettivo di CO2 per il 2030 dal 50% al 40%.
Analogamente, per i veicoli pesanti la Commissione ha proposto una modifica mirata delle norme in materia di emissioni di CO2 introducendo una flessibilità che facilita il rispetto degli obiettivi per il 2030.
Sul fronte dei veicoli aziendali, sono fissati obiettivi obbligatori a livello degli Stati membri per incentivare la diffusione dei veicoli a zero e a basse emissioni nelle flotte delle grandi imprese. La presenza sul mercato di un maggior numero di veicoli a zero e a basse emissioni (anche di seconda mano) andrà a vantaggio di tutti i clienti.
C’è poi da considerare una ulteriore riduzione delle emissioni derivante dal maggior chilometraggio annuale coperto dalle flotte aziendali per comprendere appieno la ratio di questa strategia specifica, considerando, poi che zero o basse emissioni e “Made in the EU”, dovranno essere un prerequisito per i veicoli che beneficiano del sostegno finanziario pubblico.
Batterie elettriche: occorre rafforzare l’industria europea
Se l’obiettivo finale rimane la decarbonizzazione dei trasporti, questa non potrà avvenire senza una maggior penetrazione di auto elettriche… ma servono batterie e batterie prodotte in Europa che consentano una produzione domestica senza dipendere da Paesi extra Ue.
In questo senso il Pacchetto auto presentato dalla Commissione prevede un Battery Booster con una dotazione di 1,8 miliardi € che dovrà accelerare lo sviluppo di una catena del valore delle batterie interamente realizzata nell’UE.
La maggior parte della dotazione (1,5 miliardi €) andrà a sostenere i produttori europei di celle per batterie attraverso prestiti senza interessi, mentre ulteriori misure politiche mirate sosterranno gli investimenti, creeranno una catena del valore europea delle batterie e promuoveranno l’innovazione e il coordinamento tra gli Stati membri.
Tali misure miglioreranno la competitività di costo del settore, assicureranno le catene di approvvigionamento a monte e sosterranno una produzione sostenibile e resiliente nell’UE, contribuendo a ridurre i rischi derivanti dalla dipendenza dell’industria automobilistica dagli attori dominanti del mercato mondiale.
Riduzione della burocrazia e degli oneri derivanti
Il pacchetto della Commissione si prefigge di alleggerire gli oneri amministrativi e ridurre i costi per i produttori europei (che dovrebbero ammontare a circa 706 milioni €/anno) rafforzando la loro competitività globale, garantendo maggiore certezza degli investimenti e liberando risorse per la decarbonizzazione.
Introdotta, altresì, una nuova categoria di veicoli nell’ambito dell’iniziativa Small Affordable Cars, che copre veicoli elettrici fino a 4,2 metri di lunghezza. Ciò consentirà agli Stati membri e alle autorità locali di sviluppare incentivi mirati, stimolando la domanda di veicoli elettrici di piccole dimensioni prodotti nell’UE.
La Commissione sta inoltre aggiornando e armonizzando le norme in materia di etichettatura delle autovetture, affinché i clienti possano disporre di informazioni complete sulle emissioni delle autovetture al momento dell’acquisto.
“Il settore automobilistico europeo ha raggiunto un bivio. Dobbiamo agire ora per garantire che rimanga parte integrante del futuro industriale dell’Europa, non solo del suo patrimonio”, ha commentato Valdis Dombrovskis, Commissario per l’Economia e la produttività e per l’Attuazione e la semplificazione.
“Le iniziative mirate di semplificazione contenute nell’odierno Automotive Omnibus – ha proseguito – rappresentano un primo passo importante. Siamo determinati a mantenere la rotta, continuare il nostro impegno e fornire alla nostra industria automobilistica le regole semplici, chiare, di supporto e prevedibili di cui ha bisogno per prosperare”.
“Vogliamo che le nostre industrie siano i leader della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, perché questo è ciò che è meglio per il nostro clima, la competitività e l’indipendenza”, ha dichiarato Wopke Hoekstra, Commissario per il Clima, l’azzeramento delle emissioni nette e la crescita pulita.
“Oggi, stiamo intervenendo per garantire un futuro pulito di successo per il settore automobilistico. Stiamo introducendo flessibilità per i produttori, e a sua volta questo dovrà essere compensato con acciaio a basse emissioni di carbonio e l’uso di combustibili sostenibili per ridurre le emissioni. Manteniamo la prevedibilità degli investimenti nel settore elettrico, riduciamo le emissioni e rimaniamo sulla buona strada per la neutralità climatica entro il 2050”.









