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IL DEMOLITORE “ARTISTA” - Notiziario Autodemolitori

IL DEMOLITORE “ARTISTA”

“Dobbiamo lasciare il nostro pianeta un po’ meglio di come lo abbiamo trovato”

Dopo il documentario “Oltre il bizzarro” che gli ha dedicato la rete tematica digitale Discovery Channel, che i telespettatori italiani hanno potuto vedere, essendo ospitata su Sky Italia, ora Thomas Every ha pure una biografia che ne consacra le doti artistiche (Tom Kumpsh “A Mithic Obsession. The World of Dr. Evermor”, Chicago Review Press, 2008). In verità, Every era già conosciuto al grande pubblico statunitense per aver costruito Forevertron (altezza 15.2 m, larghezza 36.5, peso stimato 400 tonn.), la più grande scultura metallica che si conosca e come tale inserita nel Guinness dei Primati (1999). Every è nato nel 1938 a Madison (Wisconsin) da una famiglia di origine inglese che si era trasferita negli Stati Uniti. Durante gli anni della II Guerra Mondiale il padre iniziò la raccolta e il riciclo di giornali, stracci e rottami per sostenere lo sforzo bellico, continuando poi a guerra ultimata. Every a 20 anni costituì un’impresa di rottamazione, smantellando circa 350 siti industriali in tutto il Paese, fino a quando nel 1983 lasciò l’azienda nelle mani del figlio per ritirarsi in pensione.

Ma aveva ben in mente quel che intendeva fare. Per anni, durante la sua attività, aveva accatasta- to in un magazzino, accanto alla fabbrica militare di Badger, che è stato il più grande impianto di munizioni per l’esercito degli Stati Uniti, tutta una serie di manufatti che, per la loro storia o forma, lo avevano incuriosito, sottraendoli alla demolizione per il commercio dei singoli metalli. Acquistato un vicino terreno, cominciò la costruzione di “sculture” metalliche, assemblando con saldature e bulloni le varie parti. Aveva così inizio il complesso Forevertron e il suo autore assumeva lo pseudonimo di Dr. Evermor. Il Parco storico-artistico in cui è inserito Forevertron è stato incluso al terzo posto nella Road Side America, guida statunitense che segnala a chi viaggia sulle grandi arterie i luoghi più curiosi ed interessanti da visitare nella zona in cui si trova. Il Parco di Every sorge nella fertile pianura di Sauk (Wisconsin), tra le cittadine di Sumpter e Baraboo, lambito dalla 12a Highway che ne segnala la possibilità di fargli visita con un’apposita cartellonistica. Un’insegna metallica con un cuore color rosso brillante, infilzato da un trapano industriale, dà il benvenuto al visitatore che scorge immediatamente la sagoma imponente del Forevertron. Pur evocando scenari da Star Wars o da Harry Potter, l’opera vuol rappresentare, come dichiarato dal suo autore, una “nave spaziale” sulla quale, metaforicamente, il Dr. Evemor si imbarcherà, quando sarà giunto il momento, per salire in cielo “lontano dai frastuoni di questo mondo”. In effetti, Forevertron assomiglia ad un’astronave a cui si accede tramite un ponte e una successiva scala a chiocciola, raggiungendo una palla di vetro sormontata da un’ogiva di rame lucente, vecchia insegna prelevata dalla fabbrica di penne stilografiche “Parker” nella vicina Janesville. Ma la cosa più singolare consiste nel fatto che la “scultura” contiene parti metalliche di una vera astronave, quella dell’Apollo 11 che raggiunse il suolo lunare (1969). “Abbiamo demolito tutte le parti che erano arrivate su tre rimorchi – ha dichiarato il Dr. Evermor – ma ho conservato le due autoclavi con cui sono state prelevate le rocce lunari”. “Abbiamo poi contattato la NASA per avere la documentazione che ne attestasse l’autenticità – ha affermato nel corso di un’intervista Every, orgoglioso di aver conservato una parte del programma spaziale USA – Ci sono arrivati i disegni originali ed eccola là quella dannata cosa”. La sua filosofia è mantenere inalterata la forma originaria del- le singole parti: creare il nuovo, conservando il vecchio. Oltre ai pezzi dell’Apollo 11 in Forevertron ci sono pure la dinamo elettrica bipolare di Thomas Edison (1882) prelevata dalla dismissione del Museo “Henry Ford” e la prima macchina a Raggi X, rilevata nel corso della demolizione di un vecchio ospedale. “Molte di queste forme non saranno più visibili – ha sentenziato il Dr. Evermor – Ho rispetto per le persone che hanno progettato questi materiali”. A suo avviso, queste forme potranno rivitalizzare l’immaginazione di coloro che visitano il parco, mentre l’attuale designer industriale è da lui ritenuto “privo di anima”. A chi gli fa osservare che c’è bisogno di propulsione per far volare Forevertron, il Dr. Evermor mostra Graviton, una “scultura”, poco distante da Forevertron e ad esso collegato, che, catturando la forza magnetica di un fulmine, innescherà la produzione di energia necessaria. Un po’ visionario, forse, il Dr. Evermor lo è, ma è caratteristica tipica delle persone creative. Egli è solito ricordare due eventi che hanno caratterizzato la sua infanzia: – le letture dei racconti fantastici della nonna, che hanno suscitato la sua immaginazione; – le parole del padre, pastore presbiteriano, quando, sorpresi da un’intensa tempesta con potenti scariche elettriche, cercava di rassicurarlo svelandogli che tale forza poteva venire solamente da Dio. Nel corso di 26 anni di attività artistica il Parco si è arricchito di tante altre sculture. Mentre Forevertron è enorme e imponente, altre opere di Tom sono delicate e stravaganti, come la Banda degli Uccelli (Bird Band), 70 sculture che rappresentano volatili dalle forme di strumenti musicali, ad archi o a percussioni, qualcuna in grado di suonare. A livello creativo si tratta di vere e proprie opere d’arte, tanto che l’American Visionary Art Museum di Baltimora si è offerta di acquistare l’intera Banda, ma Every si è rifiutato. Come ha egualmente declinato l’offerta di cedere per 5 milioni di dollari Forevertron: “è contrario alla mia dannata filosofia – ha dichiarato Tom – I soldi vanno e vengono, ma questa scultura sarà eterna”. Ha accolto, invece, la proposta dello Stato del Wisconsin di allungare il Parco fino ad incorporare l’ex fabbrica di munizioni di Badger in modo da rendere memoria a coloro che vi hanno lavorato intensamente durante gli sforzi bellici della II Guerra Mondiale Tom non fa uso di schemi o disegni: “vado avanti improv- visando, anche se può apparire sorprendente”. Così una paio di Volswagen rottamate sono divenute due coleotteri; un grande altoparlante rilevato da un vecchio teatro di Beloit (Wi) è divenuto il Celestial Listening Ear, il grande orecchio con cui si possono captare le “voci dal cielo”, indirizzando i telescopi acustici (due tubi di scappamento di due autocarri demoliti), seduti su una vecchia poltrona da dentista; un vecchio letto in ottone diventa un uccello con lucidi occhi (i pomi dei vecchi portoni) e dal lungo becco (la “pistola” di un vecchio erogatore di carburante). Durante la sua attività il Dr. Evermor non è mai incorso in incidenti e nessun visitatore ne ha avuti, anche se c’è da chiedersi come faccia il Juicer Bug (lo spremiagrumi gigante) che pesa 15 tonnellate ad essere sostenuto dalle gambe affusolate di un insetto. “Nessuno studio di ingegneria sarebbe in grado di calcolare la pressione delle gambe”, ha osservato il Dr. Evermor. Altrettanto esile è l’Aracne Arty, alto circa 6 m, sorretto da 8 zampe come un ragno vero, costituite da assi per pesare i camion. “Al di sotto e al di fuori di ogni schema, questa specie di Art Nouveau di Evermor, forma il tessuto connettivo di una fantasia meccanica”. (Tom Kupsh, in op. cit., pag. 33). Per garantirsi che Forevertron non finisca in un altro mucchio di rottami, quando egli sarà morto, Every ha costituito la “Fondazione Evermor”, organizzazione no-profit che si occupa della manutenzione e promozione del Parco, tramite fondi che derivano dalla vendita di piccole sculture da lui costruite o delle quali ha seguito i lavori, dal momento che è ora costretto su una sedia a rotelle, dopo esser stato colpito da infarto. “Siamo su questa terra per un breve periodo di tempo – ha affermato Tom Every – Dobbiamo lasciare qualcosa della nostra presenza sul Pianeta, per conservarlo migliore di come l’abbiamo trovato”.


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