AUTODEMOLITORI, SOLARIZZIAMOCI!

Il Vicepresidente CAR scrive una “lettera aperta” ai colleghi del settore, lanciando una sfida per la sostenibilità

Mentre questo numero del Notiziario stava per essere chiuso in Redazione, abbiamo ricevuto una lettera di Roberto Capocasa, Autodemolitore e vicepresidente CAR (Confederazione Autodemolitori Riuniti), il quale, in poche righe, lancia un’idea che val la pena far circuitare per le sue forti implicazioni ambientali ed energetiche. Cari Amici e Colleghi Autodemolitori “I have a dream…”, ho fatto un sogno… Ho pensato alle enormi superfici di cui disponiamo nei nostri impianti; non parlo della superficie dei piazzali e degli spazi a terra dedicati alle operazioni di smontaggio, recupero e stoccaggio degli autoveicoli.

Penso, soprattutto, alle superfici esposte al sole che derivano dalle coperture dei capannoni obbligatori per il nostro lavoro. Ho pensato alla necessità, delle imprese, e del Paese stesso, di risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico implementando l’utilizzo di fonti rinnovabili, prima fra tutte il Sole, di cui l’Italia non manca. Ho pensato alla “nuova corsa all’oro” che in questi mesi sta montando sul territorio italiano e alle tante speculazioni mascherate da buonismo ecologista che fa sì che abili traffichini mettano l’occhio sul già impoverito patrimonio naturale rappresentato dai suoli agricoli per far balenare, agli occhi dei proprietari, il miraggio di lauto guadagni qualora decidessero di convertire l’uso del suolo dall’attività agricola a quella energetica. Ho pensato a quanto sarebbe meglio, invece, di riconvertire ampie porzioni di suolo tradizionalmente vocate alla produzione di alimenti tipici, puntare su altre aree meno appetibili per l’agricoltura, ma altrettanto disponibili per la diffusione di impianti solari. Ho pensato anche, supportato in questo dalle dichiarazioni di tanti tecnici e professionisti, che il nostro Paese non ha bisogno di pochi, grandi impianti per uscire dalla crisi energetica, ma di una politica di diffusione capillare degli degli stessi affinché l’energia prodotta sia disponibile velocemente nel luogo stesso ove questa è stata generata (si eviterebbero, così, inutili ed antieconomiche dispersioni lungo la rete). Ho riflettuto molto sul fatto che investimenti di questo tipo implicano enormi risorse che spesso i singoli privati non sono in grado di sostenere e, tuttavia, accade sempre più che pochi, grandi e potenti si accaparrino il grosso delle risorse disponibili (concretizzate nel meccanismo di finanziamento detto Conto Energia). Ho pensato che la sfida della sostenibilità non si può demandare sempre agli “altri”, ma tutti noi, possiamo concorrere alla realizzazione di quello sviluppo sostenibile di cui troppo si parla e poco si realizza. E allora ecco la mia idea, che metto su carta e affido alle pagine del Notiziario affinché venga diffusa, letta, discussa, commentata e, se occorre, pure sconfessata ed irrisa, ma comunque oggetto di riflessione. Noi Autodemolitori, abbiamo l’obbligo di effettuare molte operazioni in ambienti coperti e, allo stesso modo, abbiamo l’obbligo di stoccare e conservare i pezzi di ricambio affinché non entrino in contatto con le acque piovane. La superficie dei nostri capannoni è notevole: io stesso ho a disposizione 1.000 m2 e sono convinto che fra di noi vi sono Aziende che dispongono di metrature ancora più ingenti. Se anche ognuno di noi avesse a disposizione 1.000 m2 di superficie e anche solo 500 di noi mettessero “in comune” le proprie aree di copertura, otterremmo 500.000 m2 di superficie da destinare alla produzione di energia elettrica da solare fotovoltaico. Un’area simile sarebbe capace di generare, nel complesso circa 50 MW all’anno, pari al consumo di molte famiglie o di parte delle nostre aziende. E per questo non sarebbe utilizzato un solo m2 di suolo agricolo! Certo, si dovrebbero superare difficoltà normative, ma pensate alla novità della sola proposta: gli Autodemolitori italiani “offrono” 500.000 m2 per la diffusione del solare. Forse, uniti, potremmo suscitare l’interesse di qualche gruppo energetico che potrebbe accollarsi le spese di realizzazione. Una volta tanto saremmo tutti, come Paese a guadagnarci e anche l’immagine della categoria ne trarrebbe giovamento. Saremmo gli apripista di una iniziativa che potrebbe essere copiata da altre aziende, considerando che sono soprattutto queste che hanno interesse a che il costo dell’energia diminuisca e si allontani altresì lo spettro del “conto da pagare” per l’emissione di gas-serra da parte dell’Italia. É solo un sogno? Non lo so, ma ho voluto condividerlo con tutti voi, sperando che l’idea”giri”e che trovi altri”terreni fertili”su cui germogliare e magari, perché no, vedere la luce… letteralmente! Roberto Capocasa Autodemolitore Vicepresidente CAR – Confederazione Autodemolitori Riuniti


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