Gestione PFU: l’esperienza di RecuperPNEUS

Nato da circa 2 anni, il consorzio garantisce il mantenimento sul territorio nazionale di filiere di raccolta indipendenti e capillari.

Pneumatici 

RecuperPNEUS è una Società consortile senza scopo di lucro, costituita da aziende operanti nel settore del recupero degli pneumatici fuori uso (PFU), nata per la gestione di tutte quelle attività di raccolta, trasporto, stoccaggio degli pneumatici da avviare successivamente ai processi di trattamento, recupero e riciclaggio, per un modello di sviluppo sostenibile, secondo le vigenti normative e nel pieno rispetto per l’ambiente. Il Consorzio nasce per garantire il mantenimento sul territorio nazionale di filiere di raccolta indipendenti e capillari, in collaborazione con le imprese che storicamente hanno operato in questo settore, dotate di autorizzazioni rilasciate dagli enti nazionali preposti ed iscritte alle categorie di raccolta e trasporto, stoccaggio, trattamento e intermediazione, secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006.

L’obiettivo di RecuperPNEUS è realizzare insieme per crescere insieme, coinvolgendo nuovi operatori per creare un gruppo che possa portare a uno sviluppo che sia sempre di più forte valore collettivo. L’ingresso dei nuovi soci, infatti, rappresenta un momento importante per la crescita del consorzio e per continuare ad investire in ricerca e sviluppo eco sostenibile.
Per conoscere meglio la realtà di questo giovane Consorzio abbiamo intervistato il Presidente, Giancarlo Mastrocola.

Presidente, può farci una panoramica di RecuperPNEUS, la sua storia e i suoi obiettivi?
Dopo l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 152 del 2006, che ha regolamentato in Italia la gestione degli pneumatici fuori uso, sono nati vari consorzi che hanno operato in un regime quasi monopolistico, tagliando fuori tutte le piccole realtà che lavoravano nel settore. Per questo motivo, una decina circa di piccole e medie imprese hanno sentito la necessita di unirsi in questo Consorzio. Attualmente siamo una trentina di soci che opera nella filiera del recupero degli pneumatici fuori uso.

Quali sono i servizi offerti dal Consorzio?
RecuperPNEUS si occupa di raccolta, stoccaggio e trattamento dei PFU. Siamo abilitati dal Fondo ACI per la raccolta e la gestione dei PFU provenienti dagli impianti di autodemolizione e stiamo cercando, pur con grosse difficoltà, di avere delle quote di mercato anche presso i gommisti.

Qual è la quantità di PFU che RecuperPNEUS annualmente riesce a recuperare e ad avviare a riciclo?
Siamo una realtà davvero giovane e operiamo nel mercato da 2 anni. Attualmente trattiamo circa 3.000 tonnellate di pneumatici ogni anno che vengono interamente riciclate e non avviate alla termo-distruzione.

In Italia come viene utilizzato il polverino proveniente dal riciclo degli pneumatici?
In Italia l’utilizzo del polverino è molto scarso. La maggior parte di questo materiale, che ha delle potenzialità enormi, viene venduta all’estero dove è usato in modo molto più massiccio.

Come avviene il pagamento del Contributo ambientale per gli acquisti di pneumatici presso la GDO e su internet?
Per quanto riguarda la GDO, il Contributo ambientale è già pagato per cui la questione rientra nella raccolta obbligatoria. Per quanto riguarda, invece l’acquisto su internet, se il venditore è straniero, gli pneumatici entrano nel territorio nazionale senza il pagamento del Contributo. Si potrebbe risolvere il problema con il pagamento del contributo Ambientale al Fondo ACI anziché ai consorzi di gestione dei PFU.

Come funziona la gestione dei PFU in Italia? Cosa andrebbe migliorato?
Molte cose non funzionano e il sistema andrebbe modificato. Bisognerebbe applicare il Fondo ACI per dare la possibilità a più aziende di inserirsi nel sistema, in quanto con le quote di mercato attualmente stabilite, non tutti riescono ad accedere. Il Fondo Aci, al contrario, ha un sistema migliore, perché tutte le aziende con i requisiti richiesti possono iscriversi e operare sul territorio nazionale. Una volta che l’azienda ha eseguito lo smaltimento del rifiuto, viene pagata dal Fondo. Questa mi sembra possa essere la soluzione migliore.

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