Mercato auto UE: di nuovo in crescita nel mese di novembre; +16,3%

Tuttavia i numeri sono ancora distanti dal livello del mercato prima della pandemia: -6,1%

Il mese di novembre segna ancora una positività, la quarta di fila, per il mercato dell’auto europeo; un sospiro di sollievo a doppia cifra che è arrivato al +16,3% pari a 829.527 unità) in zona Unione e al +17,4% (pari a 1.014.630 unità) se si considera il risultato medio dell’area Ue + Paesi EFTA + Regno Unito.

Tuttavia, i volumi all’undicesimo mese dell’anno sono risultati comunque inferiori alle performance registrate nello stesso mese prima della pandemia, allorquando le nuove immatricolazioni in area Ue avevano superato il milione di unità. Lo rende ha reso noto l’ACEA la scorsa settimana nel consueto report mensile dedicato al mercato auto in Europa.

A ben guardare la maggior parte dei mercati della zona ha contribuito ad alzare la media con le sole eccezioni di Danimarca, Irlanda e Slovenia (che hanno contratto sensibilmente a doppia cifra le loro performance oltre il -12%), mentre Finlandia e Romania hanno contratto il loro mercato in maniera più soft e l’Estonia si è appena abbassata dello 0,1% dal risultato di novembre 2021.

Tutti gli altri mercati hanno registrato positività trainati dal contributo dato da quattro major market fra i quali spicca la Germania con un inviabile +31,4% seguita da Italia (+14,7%), Spagna (+10,3%) e Francia (+9,8%).

Le cose cambiano, però, se si guarda al risultato complessivo dell’anno.
Nel confronto con gli undici mesi 2021 il cumulato mostra un calo delle vendite del -6,1% in area Ue (pari a 8.359.317 quando ne erano state registrate 8.904.430) e del -5,8% (pari a 10.196.115 unità contro le precedenti 10.824.193) nel complesso di Ue + Paesi EFTA + Regno Unito.
Nel risultato complessivo dell’anno pesano i cali registrati nei primi sette mesi, non compensati dai rialzi consecutivi a partire da agosto.

Con poche eccezioni, la maggior parte dei mercati Ue ha visto contrarre le vendite di autoveicoli da inizio 2022 e, nel trend, ovviamente, si sono ritrovati i mercati principali. Fra questi è proprio l’Italia ad aver registrato il risultato più basso (-11,6%), seguita da Francia (-8,7%), Spagna (-4,4%) e Germania (-2,4%).

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