Furgoni elettrici e batterie: un nuovo Regolamento delle Nazioni Unite su durata e qualità

La proposta del Gruppo di lavoro sull’inquinamento e l’energia dell’UNECE sarà presentata al Forum mondiale per l’armonizzazione delle normative sui veicoli (WP.29) per l’adozione nel giugno 2024.

Qualità e durata delle batterie elettriche installate presso furgoni elettrici adibiti al lavoro o al trasporto delle merci sono la conditio sine qua non per garantirne la diffusione e contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti su strada (fatta salva, ovviamente, la garanzia di una puntuale e rapida opportunità di ricarica).

Per questo, a metà gennaio, il Gruppo di lavoro dell’UNECE (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite) sull’inquinamento e l’energia (GRPE) ha approvato una proposta ad hoc che sarà presentata al Forum mondiale per l’armonizzazione delle normative sui veicoli (WP.29) per l’adozione nel giugno 2024.

Giova ricordare che il GRPE è uno dei sei organi sussidiari del WP29 e che si occupa della definizione di procedure di misurazione dei gas di scarico, dell’efficienza energetica e della potenza per tutte le modalità di trasporto interno al fine di limitare i danni ambientali.

Tra l’altro, il GRPE sarà responsabile dello sviluppo di uno specifico regolamento tecnico globale delle Nazioni Unite sui test delle emissioni di guida reali.

Ebbene, la proposta si basa sull’adozione del Regolamento tecnico generale n. 22 delle Nazioni Unite che fornisce requisiti minimi di prestazione per la durata della batteria dei veicoli leggeri elettrificati da parte del Forum mondiale nel marzo 2022.

Due gli obiettivi stabiliti:
– le batterie montate sui furgoni elettrici dovranno durare almeno cinque anni o 100.000 chilometri, senza perdere più del 25% della loro capacità iniziale;
– le batterie dovranno durare otto anni o 160.000 chilometri, con una perdita massima di capacità della batteria fino al 35%.

Tali requisiti minimi di prestazione per la durata delle batterie installate sui furgoni elettrici vedono la luce in un quadro di forte espansione delle vendite globali di veicoli elettrici (EV) e di maggiore attenzione da parte dei governi all’elettrificazione del trasporto stradale.

Tra l’altro, sia l’UE che gli USA hanno già presentato proposte legislative per recepire il GTR n. 22 delle Nazioni Unite nelle rispettive legislazioni regionali e nazionali.

Secondo i dati contenuti nel Global EV Outlook 2003 della IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), redatto in collaborazione con Electric Vehicles Initiative, le vendite globali di auto elettriche dovrebbero raggiungere i 14 milioni di dollari entro la fine del 2023, pari al 18% di tutte le vendite di auto nuove.

E se è abbastanza comprensibile che la diffusione degli EV è ormai una realtà nei principali mercati mondiali di Cina, Europa e Stati Uniti, è anche vero che la transizione elettrica della mobilità sta guadagnando terreno anche in altri Paesi, non solo in risposta alle tante sollecitazioni in merito al climate change, ma anche sotto la spinta di programmi di finanziamento locale e di incentivi per la produzione di componenti, che stanno stimolando la domanda di batterie e relativi minerali critici.

Soprattutto in merito a quest’ultimo punto, dall’Unità di informazione della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite rimarcano che quest’ultima decisione del GRPE, facendo leva sulla fiducia dei consumatori: “contribuirà ulteriormente al miglioramento delle prestazioni ambientali dei veicoli elettrici in tutto il mondo e allenterà la pressione sulle materie prime critiche necessarie per la loro produzione, obbligando i produttori a per realizzare componenti durevoli”.

In attesa dell’adozione, prevista in giugno, da parte del WP29, presso l’UNECE prosegue il lavoro per sviluppare un requisito normativo analogo per i veicoli pesanti che dovrebbe essere sottoposto all’esame del Forum mondiale nella seconda metà del 2024.

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