Auto: la Commissione Ue ha pubblicato il Piano d’Azione del settore

Deluse le aspettative delle Associazioni di categoria che chiedevano l’indicazione di date certe e azioni concrete.

Dopo il Dialogo Strategico sul Futuro dell’Industria Automobilistica, lanciato a gennaio dalla Presidente von der Leyen, la Commissione ha pubblicato il tanto atteso Piano d’Azione del settore automobilistico, un documento che mira a favorire uno sviluppo sostenibile dell’industria, supportando l’occupazione, incentivando la crescita economica e salvaguardando il pianeta per le generazioni future.
Il piano d’azione si propone di rendere l’industria automobilistica più robusta, sostenibile e competitiva attraverso una serie di misure concrete.

Innovazione e digitalizzazione
Sarà istituita una nuova Alleanza europea per veicoli connessi e autonomi, che riunirà i principali attori dell’industria automobilistica europea con l’obiettivo di sviluppare la prossima generazione di automobili.
Grazie ad ampi spazi per test e “sandbox” normative, gli innovatori potranno sperimentare e perfezionare le tecnologie legate ai veicoli autonomi.
La Commissione rafforzerà le normative sui veicoli autonomi e, in collaborazione con partner privati, investirà circa 1 miliardo di euro entro il 2027, attraverso il programma Horizon Europe, per accelerare lo sviluppo tecnologico del settore.

Transizione verso veicoli a zero emissioni
La Commissione proporrà modifiche al regolamento sulla CO2 per auto e furgoni per permettere ai produttori di raggiungere gli obiettivi mediando le prestazioni su tre anni (2025-2027) e compensando eventuali scostamenti con eccedenze in anni successivi, mantenendo comunque il focus sugli obiettivi al 2025.

Parallelamente, saranno introdotte misure per aumentare la domanda di veicoli a zero emissioni prodotti in Europa, attraverso:
– incentivi per incoraggiare il passaggio a veicoli a zero emissioni,
– accelerazione nell’installazione di stazioni di ricarica tramite un’iniziativa per corridoi di trasporto sostenibile,
– aumento della fiducia dei consumatori grazie a migliori opzioni per la riparazione delle batterie,
– programmi di leasing sociale per nuovi o usati a zero emissioni, così da garantire un accesso ampio al trasporto sostenibile.

Resilienza della filiera produttiva
La Commissione continuerà a supportare e rafforzare la produzione interna di batterie, anche con sostegni diretti ai produttori del settore. Per ridurre dipendenze strategiche, è previsto uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro volto a creare una filiera sicura e competitiva per le materie prime necessarie alla produzione delle batterie.

Sviluppo delle competenze e dimensione sociale
Per affrontare la carenza di competenze e il progressivo invecchiamento della forza lavoro nel settore automobilistico, la Commissione si impegna a:
– assistere aziende e lavoratori in situazioni critiche, tramite il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione,
– riqualificare i lavoratori e favorire nuove opportunità professionali con il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+),
– incentivare gli Stati membri dell’UE a destinare maggiori risorse al settore automobilistico attraverso la revisione intermedia dell’FSE+,
– rafforzare il sostegno ai lavoratori nelle aree strategiche attraverso corsi di riqualificazione e aggiornamento delle competenze professionali,

Inoltre, l’Osservatorio Europeo per una Transizione Equa analizzerà i rischi futuri per l’occupazione e individuerà eventuali carenze nel profilo delle competenze necessarie.

Rafforzamento della competitività globale
La Commissione garantirà condizioni eque attraverso misure anti-sovvenzioni e altre forme di difesa commerciale e proseguirà i negoziati con Paesi terzi per ottimizzare l’accesso ai mercati internazionali. Verranno proposte anche misure per attrarre investimenti esteri che possano rafforzare la competitività del settore nel lungo termine. Infine, è previsto un intervento per semplificare le normative e ridurre gli oneri burocratici a carico dei produttori europei.

Deluse le aspettative delle Associazioni di categoria che chiedevano date certe e azioni concrete. L’industria automobilistica europea riconosce la svolta pragmatica del piano d’azione nel contesto delle turbolenze del mercato globale, ma avverte che mancano ancora elementi chiave.

“La flessibilità proposta per soddisfare gli obiettivi di CO2 nei prossimi anni è un gradito primo passo verso un approccio più pragmatico alla decarbonizzazione dettato dalle realtà geopolitiche e di mercato. – ha spiegato Sigrid de Vries, direttore generale di ACEA. – Promette un po’ di respiro per i produttori di auto e furgoni, a patto che la domanda tanto necessaria e le misure infrastrutturali di ricarica ora entrino effettivamente in azione.
Tuttavia, nonostante siano state delineate diverse misure promettenti per promuovere l’implementazione delle infrastrutture e l’adozione di veicoli pesanti a zero emissioni, questo segmento di veicoli non ha ancora un impegno esplicito per avviare la revisione degli standard di CO2 nel 2025, inclusa una valutazione urgente delle condizioni abilitanti”.

Più radicali i commenti delle Associazioni di categoria italiane.
Per Anfia la Commissione europea “ha partorito un topolino”. 
Alcune linee guida sono effettivamente presenti nelle 19 pagine del documento. 
– ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – Questo, tuttavia, non può essere chiamato Piano d’azione, mancando l’indicazione di date certe, azioni concrete rispetto a molte tematiche sollecitate e ben rappresentate da sindacati, costruttori di autoveicoli, componentisti e associazioni di settore, l’indicazione di chi si assume la responsabilità della messa in campo di queste azioni e infine gli importi da allocare per i diversi aspetti del piano. 
Anche il tema delle previste multe a carico dei Costruttori per il 2025 è stato fin qui risolto parzialmente e in maniera insoddisfacente rispetto alle logiche richieste formulate dal settore; manca, inoltre, in maniera incredibile, qualunque riferimento al settore, così importante, dei veicoli industriali, anch’essi soggetti alla stessa normativa”.

Per Federauto la Commissione europea “sta rischiando con il fuoco”!
“È sorprendente l’accanimento terapeutico che la Commissione UE mostra di voler esercitare nei confronti dei veicoli elettrici nonostante gli evidenti segnali di scarso appeal che emergono dal mercato reale e i drammatici effetti su industria e lavoro già manifestatisi. – ha dichiarato il presidente di Federauto, Massimo ArtusiChiunque conosce le regole del mercato dell’Automotive sa che questo genere di “soccorsi” servono a poco o a nulla. Ci si chiede quali effetti tangibili possa produrre un piano d’azione che intende supportare la tipologia di prodotto meno interessante per il mercato (l’auto elettrica ha una quota di mercato in Europa di appena il 15%, con trend in sensibile decrescita) al di là del limitato sostegno finanziario alla produzione europea delle batterie”.

Di A.M.

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