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Se anche l’Harley-Davidson pensa all’elettrico…! - Notiziario Autodemolitori

Se anche l’Harley-Davidson pensa all’elettrico…!

Un progetto di prototipo pensato per testare curiosità e perplessità dei clienti nasconde, tra le righe, la presa di coscienza di una società in evoluzione. Ma la strada è ancora tanta.

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Rinnovare l’immagine secondo i desiderata di un mercato globale sempre più attento ai prodotti eco-friedly é dunque, mera strategia di marketing, oppure una seria green revolution per lo storico marchio di “cavalli di ferro”, mito delle due-ruote nonché leggendaria icona di una generazione intera?
Fatto sta che in casa Harley-Davidson hanno deciso, per primi nel settore, di sfondare il muro della tradizione e aprirsi alla trazione elettrica.
Una decisione non da poco se si considera il brand in questione ed il target di acquirenti che nelle moto di Milwaukee vedono da sempre molto di più di un mezzo di locomozione.
Tuttavia, a bene guardare, la notizia è molto più sottile di quanto la meraviglia di certi titoli faccia supporre.
Sì, perché, in effetti, la Harley “elettrica”, per ora è solo un progetto dal nome evocativo: “LiveWire”, una piattaforma, un prototipo usato al solo scopo di dar vita ad un tour che è partito da New York lo scorso 23 giugno per toccare 30 città USA al solo scopo di incuriosire e raccogliere i pareri e le perplessità degli appassionati storici e degli eventuali compratori (dal 2015, poi, il tour si sposterà in Canada e quindi in Europa). Tra l’altro, anche coloro che non sono in possesso di patente avranno la possibilità di guidare il Project LiveWire grazie all’esperienza di guida simulata Jumpstart.
Un vero e proprio giochetto pubblicitario che sfrutta l’impatto mediatico di una notizia-bomba di questa portata per finalità tutto sommato molto serie: nel prossimo futuro, volenti o nolenti, anche i bikers più tradizionalisti dovranno confrontarsi con l’aumento dei carburanti fossili e, si sa, che una società seria deve guardare al futuro con più lungimiranza di quanto acquirenti e concorrenti si aspettano.
Estote parati” sentenziavano gli antichi, e dunque, meglio tastare per tempo il polso della situazione per prepararsi alla bisogna; perché no, anche ad un vero e proprio lancio nel mercato della Harley-Davidson elettrica.
Se a taluni ha strappato qualche sorriso, mentre in altri ha provocato i crampi e lo sdegnato rifiuto, l’operazione non è, tuttavia, priva di rischi (nell’immediato), perché attualmente il mercato delle due-ruote elettriche è sostanzialmente appannaggio di scooter e veicoli a bassa potenza (due categorie il cui solo avvicinamento provoca l’indignazione negli appassionati).
Eppure c’è chi calcola che se il colosso di Milwaukee ha deciso di percorrere questa strada, qualcosa si muoverà pure ed il livello della domanda potrebbe anche crescere.
Naturalmente rimangono gli ostacoli tecnici della durata delle batterie e dei tempi di ricarica (a parte l’annosa questione della diffusione delle stazioni di ricarica pubbliche e dell’ancor più spinosa questione dell’approvvigionamento e produzione elettrica carbon free), senza contare l’eventuale rivoluzione estetica derivante da accorgimenti tecnologici diversi dai motori tradizionali.
L’America ha sempre dato il meglio di sé quando ha dovuto reinventarsi – ha dichiarato Matt Levatich, Presidente e amministratore delegato di Harley-Davidson Motor Company – e come l’America, Harley-Davidson si è reinventata più volte nella storia, anche grazie al contributo dei clienti che ci hanno accompagnato in ogni momento”. Certamente l’innovazione andrà a braccetto con la tradizione se è vero, come precisa la casa di Milwauke, che ”la moto elettrica Harley-Davidson regala un’esperienza di guida viscerale, grazie all’accelerazione ‘bruciante’ e al sound inconfondibile”.
Il sound unico di Project LiveWire – spiega Mark Hans Richer, responsabile marketing di Harley-Davidson Motor Company – è pensato per differenziarlo da quello dei motori a combustione interna e dalle altre moto elettriche sul mercato”.
Preservare l’ambiente che visitiamo in moto è importante per tutti noi – ha dichiarato Levatich – il Project LiveWire è parte del nostro sforzo per proteggere e rinnovare la libertà ‘on the road’ per le future generazioni. Come azienda che ha vissuto 111 anni di successi, ci piace pensare all’ambiente per le generazioni dei prossimi 111 anni’”.

Certo, l’immagine del duro, del “maledetto” che inforca il mostro d’acciaio magari adeguatamente customizzato e personalizzato, tutto catafratto nella mise d’ordinanza in pelle e stivali e poi se ne parte non già nel caratteristico rombo belluino, bensì in un ronzìo da zanzara stanca, ne esce alquanto svilita.
Che dire poi di quanti, nel “mito” della Harley hanno riposto un vero e proprio way of life (di cui un nutrito e ricercatissimo merchandising internazionale) iconograficamente non sempre compatibile con l’immagine dell’ambientalismo…

Di sicuro l’idea di una Harley-Davidson elettrica è molto più evocativa di una decina di Convegni internazionali e serissimi Studi scientifici sul futuro del Pianeta e sulla lotta al climate change.
Ci auguriamo che la sfida venga raccolta per quello che è: un messaggio che il cambiamento è il atto e non esistono più certezze inossidabili.


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