Acciaio: le risposte della Commissione Ue per la sfida verso la crescita e l’occupazione sostenibile

Il settore siderurgico europeo alla sfida del mercato globale tra contrasto alle pratiche commerciali sleali; sovraccapacità mondiale; investimenti in ricerca e sviluppo, tecnologia e forza lavoro qualificata; politiche mirate nei settori dell’energia e dell’ambiente.


Acciaio

Mercoledì 16 marzo la Commissione europea ha presentato la Comunicazione: “Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa” volta ad illustrare le modalità attraverso le quali il settore siderurgico europeo potrà superare le difficoltà dell’immediato e del prossimo futuro grazie a mirate politiche di sostegno da parte degli Stati membri e delle singole Istituzioni dell’Ue.

Il comparto siderurgico, in Europa, è primo nel mondo in determinati segmenti della produzione dell’acciaio (secondo solo alla Cina nella produzione globale di acciaio grezzo) e da solo, con un fatturato annuo di 166 miliardi di € ed una produzione di acciaio grezzo che sfiora la media annua di 170 milioni di tonnellate, rappresenta l’1,3% del PIL dell’UE con circa 328.000 posti di lavoro (dati riferiti al 2015); senza contare i numeri imponenti dei settori dove l’acciaio figura come principale risorsa di occupazione indiretta, come avviene per il settore automobilistico, ad esempio.

Tuttavia, nonostante il potenziale e i notevoli sforzi compiuti in ricerca e sviluppo, efficientamento energetico e contenimento delle emissioni climalteranti, il settore della produzione dell’acciaio soffre, negli ultimi anni di un peggioramento continuo per quanto riguarda la sua posizione nel mercato globale. Principale causa della discesa: il calo della domanda mondiale di acciaio associata alla capacità produttiva di Paesi emergenti e del Dragone cinese, (quest’ultimo malgrado il rallentamento economico, nel 2015 ha avuto un eccesso di capacità pari a circa 350 milioni di tonnellate; quasi il doppio della produzione annuale europea). Se a questo si aggiunge che le importazioni di acciaio dalla Cina all’Ue sono aumentate non di poco negli ultimi tre anni e che i prezzi di alcuni prodotti siderurgici sono crollati del 40% a causa dei volumi importati, i conti son presto fatti.

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Senza considerare, sottolinea la Commissione, che: “l’eccesso di capacità ha dato vita ad un’ondata senza precedenti di pratiche commerciali sleali che falsano il campo a livello globale… spostando l’onere della sovraccapacità globale in modo sproporzionato nei confronti dei produttori europei e dei loro dipendenti“. Non a caso, attualmente, l’Europa ha spiccato più di 100 misure di difesa commerciale in atto, 37 delle quali sono mirate contro importazioni sleali di prodotti siderurgici, di cui 16 provenienti dalla Cina. Già ad inizio 2016 la Commissione ha aperto 3 nuove inchieste antidumping sui prodotti siderurgici originari della Cina per determinare se essi sono stati oggetto di dumping sul mercato UE. Lo stesso giorno, la Commissione ha istituito dazi antidumping provvisori su un altro prodotto di acciaio dalla Cina e dalla Russia e, attualmente, ci sono indagini in corso per 10 prodotti in acciaio, di cui 6 riguardano la Cina.

Ma i problemi non sono solo quelli di un mercato globalizzato ed incontrollabile. I costi dell’energia, l’accesso alle risorse finanziarie, la necessità di ammodernamento impiantistico e tecnologico si assommano a quelli sociali legati al costo del lavoro, senza contare le politiche comunitarie e le prassi dei singoli Paesi membri in materia di tassi di riciclaggio dei rifiuti (in questo caso rottami ferrosi) e le pratiche di spedizione transfrontaliera degli stessi. A questo punto, l’industria siderurgica europea si trova a dover affrontare sfide pesanti in materia di occupazione sostenibile e crescita, dal cui contrasto si potrà uscire vincitori solo con la collaborazione di tutte le parti in gioco.

Dobbiamo fare di più per aiutare la siderurgia e altre industrie energivore ad adattarsi, innovare e competere sulla qualità, le tecnologie di punta, l’efficienza produttiva e una forza lavoro altamente qualificata“, ha dichiarato Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione Ue, nonché, responsabile del portafoglio “Occupazione, crescita, investimenti e competitività”. “Abbiamo predisposto un numero senza precedenti di misure antidumping sui prodotti siderurgici – ha proseguito – la Commissione è decisa a ripristinare la parità di condizioni a livello mondiale. Ci adopreremo per snellire ulteriormente le procedure, ma anche gli Stati membri devono agire di concerto e adottare con urgenza la proposta legislativa di ammodernare gli strumenti di difesa commerciale dell’UE per realizzare davvero scambi commerciali più equi“.
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Vediamo, in sintesi, quali sono le nuove misure a breve termine intese a rafforzare le difese dell’UE contro le pratiche commerciali sleali, così come un’azione a lungo termine per salvaguardare la competitività e la sostenibilità sul lungo periodo dei settori ad alta intensità energetica come la siderurgia, così come annunciate dalla Commissione UE nella Comunicazione oggetto dell’articolo. 

1 – Difesa contro le pratiche commerciali sleali 
La Commissione intende accelerare l’adozione di misure antidumping ed è pronta a presentare proposte per sveltire l’insieme della procedura e migliorare l’efficienza del sistema in vigore. È ora di sostenere le parole con i fatti: per semplificare le procedure aumentandone la rapidità e l’efficacia, è fondamentale che i colegislatori adottino rapidamente la proposta della Commissione del 2013 relativa all’ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale. In particolare, in determinate circostanze l’eliminazione della norma detta del dazio inferiore permetterebbe d’imporre dazi antidumping più elevati. La Commissione proporrà anche un sistema di vigilanza preventiva sui prodotti siderurgici; le misure di vigilanza preventiva sono parte integrante dello strumento UE di salvaguardia in vigore e possono essere varate quando l’andamento delle importazioni minacci di danneggiare i produttori dell’Unione. 

2 – Affrontare le cause della sovraccapacità mondiale
Oltre alle misure intese a far fronte all’eccesso di capacità mondiale, la Commissione analizza le cause profonde del problema a livello bilaterale e multilaterale, insieme ai principali partner dell’UE (Cina, Giappone, India, Russia, USA e Turchia) e nelle pertinenti sedi internazionali, tra le quali l’OCSE e l’OMC. La settimana scorsa si sono tenute infatti riunioni bilaterali con la Cina e il Giappone. La Commissione intensificherà i lavori a livello internazionale, in particolare nel contesto del G20.

3 – Investire in tecnologie e soluzioni del futuro per spingere la competitività del settore
La competitività sul lungo periodo delle industrie ad alta intensità energetica dipende dalla loro capacità di sviluppare tecnologie di punta in campi come l’efficienza energetica o la cattura e l’utilizzo del carbonio, il che richiede più investimenti privati e pubblici nell’innovazione, nella ricerca e nelle nuove tecnologie. A livello europeo, sono diversi i fondi disponibili per sostenere l’industria siderurgica nel percorso di ammodernamento: tra questi, il Fondo europeo per gli investimenti strategici, con una capacità di 315 miliardi €, che ha già finanziato l’ammodernamento di una acciaieria, i Fondi strutturali e di investimento europei e il programma di finanziamento della ricerca dell’UE: Orizzonte 2020. L’odierna comunicazione indica chiaramente le varie possibilità, che il comparto dovrebbe sfruttare al massimo. 

4 – Ammodernare l’industria siderurgica investendo nelle persone
Per mantenere moderna e competitiva la siderurgia occorre una forza lavoro qualificata e adeguatamente formata. Con la prossima Agenda per nuove competenze, la Commissione intende costruire un impegno comune per investire nelle persone e nelle loro competenze, in stretta collaborazione con gli Stati membri e le parti sociali. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e il Fondo sociale europeo sono a disposizione per sostenere lavoratori e comunità locali attenuando le ripercussioni sociali negative della delocalizzazione. 

5 – Politiche mirate in settori quali la concorrenza, l’energia, lo scambio di quote di emissioni e l’economia aiuteranno a rilanciare l’industria siderurgica
Le norme rivedute in materia di aiuti di Stato offrono ampie opportunità agli Stati membri per sostenere tecnologia, ricerca e innovazione a livello transfrontaliero nonché regimi di sostegno alle energie rinnovabili. La proposta di revisione del sistema di scambio delle quote di emissione, attualmente sul tavolo dei colegislatori, dovrebbe aiutare il settore siderurgico ad ottenere un sostegno adeguato nel contesto della distribuzione delle quote. Anche le politiche della Commissione nei settori dei cambiamenti climatici e dell’economia circolare sono rilevanti in questo ambito. 

Proprio nella precedente Comunicazione della Commissione al Parlamento Europero, al Consiglio al Comitato economico e sociale europeo e al comitato delle Regioni: “L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare” (Bruxelles. 2 dicembre 2015), si individuano diverse misure volte a incentivare processi industriali innovativi. Ad esempio, la simbiosi industriale che consente ai rifiuti o sottoprodotti di un settore di diventare materie prime per l’altro, raggiungendo, tra l’altro, la creazione di nuove opportunità di mercato. Un altro esempio innovativo riferito al settore siderurgico è l’utilizzo del gas di scarico degli altiforni attraverso la cattura e l’utilizzo del carbonio recuperato. Ebbene, la Commissione ritiene che stimolando questi modelli innovativi, il pacchetto contribuirà ad aumentare l’efficienza produttiva ed energetica dei processi industriali; inoltre, agevolare l’uso di sottoprodotti, come scorie di acciaio, consentirà di risparmiare i costi di smaltimento alle imprese.

Le suggestioni sono indubbiamente molte e i campi d’azione molteplici, così come le istanze e le necessità contingenti dei tanti attori in gioco. La sfida è aperta, e ci auguriamo che tali indicazioni di programma non restino “lettera morta”.

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