Autoriparazione: primi segnali di ripresa

A maggio si sono attenuati gli effetti dell’emergenza Covid-19 sul mondo dell’assistenza auto,  dopo il crollo di marzo e aprile.

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Le indicazioni positive sulle attività di officina a maggio segnalano finalmente un deciso rialzo.
Dalle analisi dell’Osservatorio Autopromotec, infatti, emergono i primi segnali di ripresa del settore dell’assistenza auto dopo la tempesta Coronavirus, che ha fatto crollare la categoria nei mesi di marzo e aprile.

A maggio la differenza tra la percentuale di autoriparatori che hanno indicato alto il livello di attività e la percentuale di autoriparatori che lo hanno valutato basso (saldo), è stata pari a -6.

Anche se negativo, si tratta di un dato decisamente in miglioramento rispetto al saldo a -94, ossia al massimo della contrazione raggiunto ad aprile, mese di totale lockdown che ha visto un forte rallentamento delle attività di officina a causa dell’emergenza Coronavirus.

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Il miglioramento della differenza tra valutazioni positive e negative a maggio è coinciso con l’inizio della cosiddetta “fase 2” e il conseguente allentamento di alcune misure restrittive alla circolazione.

Per quanto riguarda il livello dei prezzi di officina, a maggio gli operatori che lo hanno giudicato basso sono stati di più di quelli che lo ha dichiarato alto, come dimostra il saldo che si attesta a quota -17.
I prezzi si mantengono bassi, quindi, anche se in misura molto meno marcata rispetto a quanto fatto registrare nei mesi precedenti (marzo -41, aprile -53).

Sul quadro previsionale per i prossimi mesi, per il volume delle attività di autoriparazione, gli operatori interpellati nel mese di maggio, prevedono una situazione votata prevalentemente alla stabilità.
La maggioranza degli autoripatori (74%) si attende infatti che l’attività rimanga stabile, mentre tra gli altri prevalgono di poco le indicazioni di diminuzione (14%) rispetto a quelle di aumento (12%).
Infine, anche per i prezzi si prevede una certa stabilità: il 78% degli autoripatori indica infatti che i prezzi non subiranno variazioni, mentre appena l’8% ritiene che vi possa essere un aumento e il 14% indica una diminuzione.

 


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