I protagonisti dell’industria automotive nazionale lanciano un appello.

Incredulità e preoccupazione per la mancanza di politiche e strategie di sostegno al settore nella Legge di Bilancio. A rischio non solo la tenuta del settore, ma anche gravi implicazioni per l’ambiente e l’occupazione.

È tanta l’incredulità che emerge dal comunicato congiunto che tutta la filiera automotive nazionale ha redatto per chiedere al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ai Ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani e dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco: “di porre rimedio tempestivamente alla totale assenza di politiche per l’automotive in un momento estremamente delicato per il settore, mantenendo fede agli impegni annunciati e dando attuazione alle misure da tempo condivise ed esplicitate in modo unito da tutti gli attori”.

In dettaglio: ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ANIASA – Associazione Nazionale Industria Autonoleggio della Sharing mobility e dell’Automotive digitale, ASSOFOND – Associazione Italiana Fonderie, FEDERAUTO – Federazione Italiana Concessionari Auto; MOTUS-E – Associazione che riunisce e rappresenta il mondo interessato al successo della mobilità elettrica, UCIMU – Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliarie; UNRAE – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, hanno messo nero su bianco la perplessità: “di fronte alla totale assenza, nella Legge di Bilancio, di misure per affrontare la transizione ecologica ed energetica della mobilità”.

Tanto più allorquando: “L’analisi d’impatto delle misure di incentivo dello scorso anno ha evidenziato i molteplici effetti positivi che misure a sostegno del mercato possono imprimere al sistema paese, sia in termini ambientali, che di sostegno all’intero settore industriale e commerciale, in un momento di grande difficoltà in cui le imprese stanno affrontando la crisi post pandemica e la transizione produttiva”.

L’allarme lanciato dalle Associazioni è tutto da ricondurre al fatto che: “Nonostante l’attiva partecipazione ai lavori del “Tavolo Automotive” abbia prodotto diverse proposte di intervento, sia di politica industriale per la riconversione della filiera automotive, che di pianificazione pluriennale di sostegno all’acquisto di veicoli a zero e bassissime emissioni per cittadini ed imprese, le Istituzioni, in occasione della programmazione economica del Paese, sembrano non intenzionate ad intervenire”.

Non solo, la mancata previsione di interventi strutturali all’interno della Legge di Bilancio, così come da necessità più volte invocata durante gli ultimi mesi: “si somma all’assenza di misure specifiche nel PNRR nella componente “transizione energetica e della mobilità sostenibile”.

In questo modo, fanno intravedere i protagonisti dell’automotive, non solo non si va a sostenere la domanda di autoveicoli e veicoli commerciali a basse e a bassissime emissioni, ma vengono altresì a mancare: “specifiche misure di salvaguardia dei livelli occupazionali”.

La mancanza di un piano strategico lungimirante che tenga conto delle adeguate risorse con l’obiettivo di favorire, da un lato, il rinnovo del parco auto circolante (che risulta essere tra i più vecchi ed inquinanti d’Europa); dall’altro, di sostenere la domanda di veicoli meno inquinanti, favoriti, finora dall’ecobonus, secondo i redattori della nota, avrà gravissimi impatti sul mercato senza contare i rischi per la tenuta della filiera nazionale.

C’è poi l’incognita dell’impatto ambientale perché: “Queste scelte, inoltre – avvertono le Associazioni dell’industria automotive – rischiano di non far raggiungere all’Italia i target sulla penetrazione nel parco circolante dei veicoli a zero e bassissime emissioni prefissati dal Piano Nazionale Energia e Clima e di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 ed al 2050, prefissati a livello europeo e sottoscritti dal nostro Paese”.

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