Mercato auto Italia, aprile positivo, ma primo quadrimestre in leggera flessione.
Bene le performance di BEV e PHEV anche se il ritmo di crescita dell’elettrico rimane contenuto. Secondo i produttori e gli analisti permangono le necessità di misure ad hoc per accelerare la transizione nella mobilità e sostenere il mercato.
All’indomani della Festa dei Lavoratori il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha comunicato i dati relativi al mercato auto nazionale riferito al mese di aprile.
Secondo il MIT, che si è avvalso, per le nuove immatricolazioni, delle risultanze al 30 aprile dell’Archivio Nazionale dei Veicoli e, per i trasferimenti di proprietà, delle relative certificazioni rilasciate dagli Uffici della Motorizzazione nel mese di riferimento, lo scorso mese sono state immatricolate 139.084 autovetture.
Il dato rappresenta un aumento del 2,71% rispetto ad aprile 2024 allorquando erano state effettuate 135.415 prime iscrizioni.
Per quanto concerne i trasferimenti di proprietà, questi sono stati 475.733 a fronte dei 446.631 registrati ad aprile 2024; pari ad un aumento del 6,52%.
Nonostante il leggero aumento delle immatricolazioni mensili, va detto, però, che il volume globale delle vendite di aprile, pari a 614.817 unità, ha interessato solo per il 22,62% auto nuove, mentre la stragrande maggioranza, pari al 77,38% ha riguardato auto usate.
I dati di aprile, portano il consuntivo del primo quadrimestre 2025 a 583.038 unità, con un calo dello 0,6% rispetto a quanto registrato nell’analogo periodo dello scorso anno.
Non va dimenticato, però, che un confronto più vicino alla realtà andrebbe fatto con il primo quadrimestre del 2019, ultimo anno ante crisi covid e suoi strascichi. In questo caso, il gap è decisamente più consistente: -18,2%, mentre il confronto con aprile 2024 è ancora più impietoso: –20,5%.
Un segnale positivo sul fronte della transizione energetica, arriva dal commento ai dati di aprile da parte di UNRAE – Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri, che evidenzia come queste, seppure a ritmo contenuto, prosegua la sua corsa.
Secondo l’associazione, il mese scorso le auto elettriche a batteria (BEV) hanno rappresentato il 4,8% del mercato; un calo, rispetto alla quota raggiunta in marzo (5,4%), ma in crescita rispetto ad aprile dello scorso anno, allorquando il segmento si fermò al 2,3% a causa del protrarsi dell’attesa dei nuovi incentivi.
Buon risultato anche per le ibride plug-in (PHEV) che hanno raggiunto una quota mensile del 5,7%, che rappresenta un miglioramento sia sul mese precedente (4,5%) sia nel confronto con aprile 2024. La quota dei veicoli elettrici, nel complesso, secondo UNRAE, si è attestata al 10,5%.
“Prosegue il buon andamento delle immatricolazioni di auto ricaricabili (BEV e PHEV) – afferma Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – in particolare, delle elettriche (BEV) – le cui vendite aumentano del 108,2% ad aprile e del 79,4% nel quadrimestre, sebbene con quote di mercato ancora molto moderate (4,8% di quota nel mese e 5,1% nel cumulato). Buona performance anche per le autovetture mild e full hybrid, in crescita del 14,2% ad aprile e del 15% nel quadrimestre”.
Tuttavia, rimarca il Presidente ANFIA, non va dimenticato che: “Solo il 12% del totale delle autovetture immatricolate in Italia nei primi quattro mesi dell’anno è prodotto nel nostro Paese”.
Sul fronte del mercato auto internazionale, tiene, ovviamente, banco, la questione sollevata dal Presidente USA circa l’adozione di dazi sulle auto prodotte all’estero e importate negli Stati Uniti; dazi prima annunciati con particolare virulenza e poi ridimensionati (ma sempre di annuncio si tratta).
“Accogliamo con favore la possibile revisione dei dazi per il settore automotive – ha dichiarato Michele Crisci, Presidente UNRAE – specie considerando che avrebbero carattere retroattivo da inizio aprile. Come già più volte ribadito, tensioni commerciali di questo tipo non possono che danneggiare tutti, compresi i consumatori americani e l’industria statunitense. L’Italia, in particolare, sarebbe colpita attraverso l’export verso la Germania di componenti utilizzati nell’assemblaggio di veicoli destinati al mercato statunitense, un flusso che vale cinque miliardi di euro”.
Anche il tema della transizione energetica nel settore automotive continua ad essere una “spina nel fianco”, certamente nel complesso del mercato auto europeo (si vedano a questo proposito gli ultimi dati sintetizzati in questo articolo) e, tanto più in quello italiano.
“Il nostro Paese ha bisogno di interventi strutturali e non più rinviabili, a partire dalla revisione della fiscalità sulle auto aziendali”, ha ricordato il Presidente Crisci.
“Da anni l’UNRAE – ha rimarcato – insiste sull’urgenza di intervenire su un regime penalizzante per le imprese italiane, ma l’immobilismo del nostro Governo su questo tema rischia di farci sprecare un’opportunità imperdibile. Il prossimo 29 agosto – dopo due anni – scadrà la Delega all’Esecutivo per la riforma fiscale e il prossimo 31 dicembre anche la proroga della deroga sulla detraibilità dell’IVA, oggi ferma al 40%. Risulta, quindi, necessario intervenire con l’aumento della detraibilità dell’IVA e della deducibilità dei costi e con la riduzione del periodo di ammortamento a tre anni”.
La questione non è un semplice tecnicismo; perché in ballo c’è non solo il mercato auto nazionale, ma tutto quello che ne consegue in termini di occupazione diretta ed indotto.
Nel salutare positivamente le due piccole crescite registrate in marzo e in aprile (dopo ben sette mesi consecutivi di decrescite), il Centro Studi Promotor riporta, però, la discussione di fronte alla realtà.
Se si proiettano i dati del primo quadrimestre sull’intero anno, anche tenendo conto della stagionalità delle vendite, il volume delle immatricolazioni complessive sarà comunque di: “un livello decisamente infimo rispetto alla situazione ante-crisi e che non consente la regolare sostituzione delle auto di un parco circolante che, secondo l’ultimo dato disponibile (2023), aveva toccato quota 40.915.229 auto per continuare presumibilmente a crescere anche nel 2024”, come affermato da Gian Primo Quagliano, Presidente CSP.
Ovviamente, la crescita del parco auto circolante a fronte di un livello basso di nuove immatricolazioni, si spiega con l’allungamento della vita delle auto usate; un segmento di mercato, che da mesi si mantiene positivo e, addirittura, in crescita.
La strada per riportare il mercato auto nazionale ai “numeri” di sei anni fa, appare, dunque, ancora piuttosto in salita.