L’ITALIA VERSO LA MOBILITÀ SOSTENIBILE..

Bologna la città più “ecosostenibile” d’Italia. Seguono Firenze e Parma. Fanalini di coda Taranto, Sassari e Catania

Se smog e inquinamento rimangono un’emergenza in molte città italiane, in altre le politiche per una mobilità sostenibile cominciano a decollare. È quanto emerge dal terzo Rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città italiane”, elaborato da Euromobility con il contributo di Assogasliquidi e Consorzio Ecogas e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. “Questo terzo rapporto – ha detto Lorenzo Bertuccio, Direttore scientifico di Euromobility – ha registrato qualche passo in avanti sulla strada dell’ eco mobilità.

In un anno si è assistito infatti ad una grande diffusione del bike sharing e ad un boom delle auto a gas e metano. Sebbene le nuove politiche per una mobilità sostenibile comincino a spiccare il volo in alcune città italiane, è bene comunque rimanere con i piedi per terra:”È importante che si continui a spingere il pedale dell’innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità che renda più vivibili le nostre città – ha continuato Bertuccio – Purtroppo la fotografia dell’Italia che emerge dal Rapporto è quella di un Paese a due velocità: un Centro Nord che segue l’innovazione e un Sud, tranne rare eccezioni, che arranca”. Nella topine delle città “eco-mobili” d’Italia domina, infatti, il Centro- Nord con la sola “incursione” di Bari che, comunque, rispetto allo scorso anno arretra in classifica, passando dal settimo posto al nono. Svetta in cima alla classifica Bologna che scalza dal podio Parma, prima lo scorso anno. La città emiliana per la seconda volta dopo il 2007, si aggiudica così il titolo di città più “eco-mobile” d’Italia. Merito dell’efficienza del trasporto pubblico, di importanti innovazioni nella gestione della mobilità, di una significativa quota di auto a basso impatto ambientale e di una situazione smog, tutto sommato, sotto controllo. La seguono a ruota Firenze, Parma, Trento, Milano, Venezia, Reggio Emilia, Padova, Bari e Modena. Le maglie nere della mobilità sostenibile vanno, invece, a Taranto, Sassari e Catania che chiudono la classifica di Euromobility. A finire sotto la lente di ingrandimento dell’indagine sono state ben 50 città italiane, ovvero tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti. Di ognuna di queste, Euromobility ha fornito la “pagella dell’eco- mobilità”, passando in rassegna diversi indicatori, quali:
– le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing,bike sharing, piattaforme logistiche per le merci, mobility manager, ecc.) e la loro efficacia;
– lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano);
– l’offerta di trasporto pubblico;
– le piste ciclabili;
– l’adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. Ecco allora che se si scende nel dettaglio degli indicatori consi derati, la mappa della mobilità sostenibile in Italia si differenzia ulterioriormente. Per quanto riguarda il bike sharing, il servizio comunale di bicicletta condivisa, Milano fa da “città apripista”. Qui la “bici condivisa” nel 2009 registra un vero e proprio boom con un totale di 12.346 utenti, il quadruplo rispetto al 2008 e un totale di 1.400 bici. Ma il”bike sharing” spopola anche a Roma con ben 8.700 utenti, nonostante le sole 150 biciclette, mentre comincia a prendere piede a Bergamo, Genova, Udine, Terni e Siracusa. In tutto sono 23 le città italiane in cui il servizio è attivo, sia esso in maniera meccanica (a chiave codificata) o elettronica (a tessera magnetica). Insomma, l’alternativa “bici” piace. Secondo un’ indagine commissionata da Euromobility, un italiano su 5 conosce questo servizio e quasi un italiano su 4 lo utilizzerebbe se fosse disponibile nella propria città. Se l’abitudine di condividere la bici prende sempre più piede, si diffonde sempre più anche quella di condividere la macchina: gli utenti del car-sharing aumentano del 15,14% rispetto all’anno scorso. Come per la “bici condivisa”, anche per l’ “auto condivisa”, Milano è in testa per numero di utenti (4.097, rispetto ai circa 2.800 dello scorso anno) e per maggior numero di auto condivise (133 auto). Il servizio fa invece flop a Rimini dove il servizio è stato sospeso. Anche la figura del mobility manager ormai è una realtà in molte città italiane. I mobility manager sono presenti in 41 città con 35 uffici di area comunale, 5 di area provinciale e solo uno di area industriale a Prato. Fanno, invece, eccezione alcune città del Centro-Sud come Campobasso, Cagliari, Catanzaro, L’Aquila, Latina, Pescara, Livorno, Sassari e Taranto dove questa figura non è ancora stata introdotta. Milano, Venezia e Roma brillano per l’efficienza del trasporto pubblico locale, mentre Siracusa, Messina e Latina si distinguono quanto a peggior performance. Sebbene venga percepita come la princiapale causa di inquinamento ambientale, l’auto rimane la regina inconstrastata del trasporto urbano. In Italia, infatti, il tasso di motorizzazione è il più alto d’Europa (61,32 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46) e non accenna ad abbasarsi. Anzi, è addirittura in lieve aumento rispetto allo scorso anno quando raggiungeva quota 61,01. Circa il 20% delle città, oggetto dell’indagine, hanno registrato tale aumento. Tra le città con il più alto numero di auto è da segnalare Latina con circa 72 auto ogni 100 abitanti, Roma e Potenza con più di 70 auto per 100 abitanti. Insomma gli italiani all’auto non rinunciano. Eppure, si dimostrano sensibili alle problematiche ambientali: secondo un sondaggio commissionato da Euromobility, 9 italiani su 10 tengono conto della variabile “ambiente” quando acquistano un nuovo veicolo. Nonostaste l’emergente sensibilità ambientale, le auto inquinanti continuano a dilagare. Le maglie nere, quanto ad auto inquinanti in circolazione, vanno a Napoli con più del 30% e a Catania, con quasi il 30%. Al Sud in generale va il triste primato del maggior numero di immatricolazioni euro 0. Grazie agli incentivi, aumentano, tuttavia, le auto a metano (+29,29% rispetto allo scorso anno) e quelle a GPL (+ 14,77% ). Il Rapporto non trascura nemmeno la qualità della loro aria. Complice le piogge abbondanti, l’aria nelle città italiane sembra migliorata un po’ ovunque. L’unica eccezione è rappresentata da Siracusa dove la qualità dell’ aria è invece peggiorata. Qui si è registrata, infatti, una media annuale di PM10 di 85 microgrammi al metro cubo (poco più di 70 l’anno precedente) e per 321 giorni in un anno (282 giorni l’ anno precedente) ha superato i limiti di 50 microgrammi al metro cubo previsti. Genova con una media di 20 microgrammi di PM10 al metro cubo è la città in cui la qualità dell’aria è migliore. Risultati positivi anche a Campobasso e Reggio Calabria che hanno registrato solo 12 giorni di sforamenti. Ma quelli incassati da Campobasso e Reggio Calabria per quanto riguarda l’aria sono solo sporadici e isolati segnali positivi per un Sud che invece arranca, rispetto al Nord, quanto a mobilità sostenibile. Ma attenzione, se il Nord avanza rispetto al resto del Paese, è pur vero che la strada verso l’innovazione è ancora lunga da percorrere.


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