BENZINA: PREZZI RECORD A DICEMBRE, MAI COSÌ CARA DAL 2008

Il prezzo della benzina verde tocca addirittura il record

Il prezzo della benzina verde tocca il record: oltre quota 1,45 euro. Si tratta del massimo prezzo del carburante toccato da due anni a questa parte (ai massimi da ottobre 2008 e sempre più vicina ai record di luglio di due anni fa quando raggiunse la media di 1,523). La segnalazione emerge dallo studio di Quotidiano Energia, che riesce a monitorare il prezzo dei carburanti nei punti di distribuzione, su tutto il territorio nazionale. Adesso, la media nazionale dei prezzi per la benzina arriva a toccare 1,432 euro al litro, distribuita negli impianti della Esso.

Nei distributori della Tamoil, invece, il prezzo della benzina verde tocca quota 1,453 euro. Le cose non vanno bene neanche per il gasolio, che vede il prezzo stabilizzato a quota 1,33 euro circa, sempre al suo massimo livello addirittura dal 2008. Alla notizia degli aumenti del prezzo del carburante, tutte le associazioni dei consumatori si sono fatte sentire: Adusbef (Associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi) giudica inconcepibile una cosa del genere, coi “prezzi che tornano a volare alla velocità della luce”. Il sovrapprezzo è nell’ordine dei 7-8 centesimi al litro. La Federconsumatori, dal canto suo, sottolinea il fatto che la benzina si trova allo stesso prezzo di quando il petrolio era arrivato a 118 dollari al barile, mentre adesso costa 89 dollari al barile.Tutte le associazioni dei consumatori si chiedono come sia possibile una cosa del genere, con un petrolio che registra un certo prezzo ed un costo della benzina che si alza alla pompa. Tenendo in conto che la svalutazione della moneta ha vi- sto un arretramento dell’Euro sul Dollaro, per il 9% circa, rispetto ad un anno fa, tuttavia i calcoli dimostrano che il prezzo dovrebbe attestarsi al ribasso di circa 7-8 centesimi. Invece, cosa del tutto ingiustificata, il prezzo della benzina verde è aumentata ancora. La nuova stangata ha aumentato, rispetto a un anno fa, di 7 euro al litro il pieno di un’auto media (da 65 a 72). Il caro-pieno ha spinto il Ministero dello Sviluppo economico, a valutare la proposta di inserimento nel decreto ‘milleproroghe del bonus fiscale (20-25 milioni di euro) richiesto dai gestori. “Il bonus fiscale ai gestori non servirà a far scendere il prezzo della benzina, solo la riforma del settore è in grado di abbassare i listini introducendo i no-logo e la grande distribuzione ma parliamo sempre di centesimi”. Il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, Stefano Saglia, confermando che il Governo sta mettendo a punto lo sgravio promesso ai distributori, interviene sul dibattito scatenato dai nuovi record raggiunti dal prezzo della benzina in Italia, sostenendo che non “vi è nessuna anomalia, le quotazioni sono in linea col resto d’Europa”. E in una serie di tabelle inviate ai giornali il Ministero mostra che in Italia il prezzo medio del carburante verde – fonte Commissione europea – nell’ultimo mese è stato di 1,385 euro contro 1,364 della media Ue. Il Paese più caro è l’Olanda con 1,529. Anche la Germania con 1,416 e la Gran Bretagna con 1,412 hanno la benzina più costosa dell’Italia mentre tra i “grandi” solo la Spagna ha un prezzo invidia- bile di 1,208. Ma la spiegazione arriva subito: il peso del fisco a Madrid è del 51,7% contro il 59,9% della media Ue. L’Italia ha uno “storico” sovrapprezzo dovuto a inefficienze strutturali che rende la benzina verde più alta dell’1,5% e il gasolio del 3,4%. “I rincari di questi giorni di fine novembre e inizio dicembre – spiega il sottosegretario – sono dovuti alla speculazione internazionale e per questo abbiamo studiato con l’autorità dell’energia un modello per una Borsa europea dell’oil”. Insomma la polemica sembra un po’ surreale eccetto il timing degli ultimi aumenti – decisi sempre a ridosso di ponti o festività – e che ha convinto i consumatori riuniti nella sigla Casper (Comitato contro le speculazioni e il risparmio alla quale aderiscono le principali associazioni) e presentare un esposto all’Antitrust. “Negli ultimi dieci giorni – affermano i legali di Casper – si è verificata una serie sospetta di rincari con un aggravio di spesa per gli automobilisti pari a 2,3 euro a pieno”. E citano il caso della scorsa Pasqua quando il prezzo della verde passò nel giro di pochi giorni da 1,395 a 1,413 euro al litro. “I petrolieri sostengono che i rincari sono sempre giustificati – continuano – se è così bisogna ammettere che hanno una fortuna sfacciata”. Se il sottosegretario Saglia si dice sicuro che “la riforma della distribuzione dei carburanti è pronta e sarà esaminata dal consiglio dei ministri dopo il voto di fiducia che consentirà al governo di proseguire il suo lavoro”, le lamentele, come sottolineato prima arrivano anche dagli autotrasportatori dei Tir. Secondo uno studio realizzato dagli artigiani di Mestre il gasolio per autotrazione in dodici mesi è aumentato del 18,7%: simulando un pieno per motore diesel di un camion, la Cgia ha calcolato che un anno fa occorrevano 560 euro mentre adesso ce vogliono 664: 104 euro in più. “Una situazione – commenta Giuseppe Bortolussi, Segretario dell’Associazione di Mestre – destinata a ripercuotersi su tutta la filiera dei prezzi dei principali beni di consumo visto che il 70% circa delle nostre merci viaggia su gomma. L’Unione petrolifera difende l’operato dei propri associati “che hanno contenuto gli aumenti al contrario di quanto avvenuto in altri Paesi”. In pratica verrebbero prorogate le deduzioni forfettarie previste per i titolari degli impianti che scadono a fine anno. Una misura che più che far risparmiare gli automobilisti servirebbe ad accelerare il cammino della riforma del settore (gli incontri riprenderanno il 15 dicembre) che, ampliando la concorrenza e ristrutturando la rete, dovrebbe ridurre il gap di prezzo tra noi e l’Europa (3,5 cent al litro). Ma al governo i consumatori non chiedono solo il via alla riforma, auspicato anche dai petrolieri. Oltre alle compagnie, secondo il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, l’altro soggetto “che lucra in misura notevole sull’aumento dei carburanti” sarebbe lo Stato che da gennaio, con l’aumento dell’Iva, avrebbe incassato 1 miliardo e 62 milioni in più. Cifre che impongono l’urgenza di introdurre l’accisa mobile in base alle variazioni dei prezzi. Alle nuove accuse arrivate dai consumatori e dai partiti contro i rincari ingiustificati, ha risposto l’Unione petrolifera che giudica “pretestuosi e fuorvianti” gli attacchi. Secondo L’Up gli aumenti sono legati alle forti pressioni sui mercati internazionali che hanno spinto verso nuovi livelli record greggio e prodotti raffinati. Un fenomeno che non riguarda solo l’Italia ma l’Europa. Anzi da noi il prezzo della benzina è cresciuto di 3 cent contro i 6 a livello internazionale. Oggi siamo a 48 cent e 68 euro. Un rincaro superiore al 30%. La verde invece è pas- sata da 1,27 a 1,45 con un aumento che non arriva al 15%. Che può essere ridotto se si opta per il pieno self-service (almeno 2 cent in meno al litro di giorno e 6-7 la sera o di notte) mentre la convenienza delle pompe ‘bianche’, cioè senza marchio, si è un po’ affievolita con la benzina a 1,384 e il diesel a 1,257. Siamo in attesa che tutto si assesti e che il prezzo della benzina torni ad avere valori accessibili a tutti altrimenti si corre il rischio di dover rinunciare a muoversi anche con le auto….

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