AUTO ELETTRICA & EFFICIENZA ENERGETICA

Seminario-AREL

Dopo l’approvazione del Senato con modificazioni in seconda lettura, il disegno di legge d’iniziativa del Governo “Norme per lo sviluppo di spazi verdi urbani”, ora all’esame della Camera, introduce alcune disposizioni atte a favorire la mobilità elettrica mediante l’attivazione di investimenti in centraline di ricarica per veicoli elettrici, sia in aree pubbliche che private.
è stato questo il tema che ha suscitato grande interesse al seminario sull’auto elettrica, organizzato lo scorso 9 maggio a Roma dagli Amici della Terra e dall’Arel, l’Agenzia di Ricerche e Legislazione. Da una panoramica generale del testo approvato al Senato si evince che gli enti locali dovranno prevedere nei propri piani urbani ed extraurbani per la mobilità le disposizioni necessarie per lo sviluppo di una rete pubblica di ricarica per i veicoli elettrici. Inoltre, le società di distribuzione di energia elettrica potranno usufruire di un sistema tariffario dedicato per realizzare e installare su suolo pubblico dispositivi di ricarica dei veicoli a trazione elettrica dotati di misuratore elettronico telegestito. Inoltre, è prevista una semplificazione delle regole condominiali per installare infrastrutture di ricarica all’interno delle aree condominiali.

Prendendo in considerazione i più recenti studi promossi dalla Commissione Europea, che confermano le potenzialità dell’elettrificazione del trasporto privato in termini di efficienza energetica, riduzione delle emissioni di CO2 e riduzione degli inquinanti in ambito urbano, Andrea Molocchi, Direttore scientifico degli Amici della Terra, ha spiegato che l’auto elettrica consente un salto decisivo nell’abbattimento delle esternalità ambientali della mobilità, pur effettuando un confronto corretto e tenendo conto delle emissioni delle centrali elettriche.
Rimane ancora il problema del costo troppo elevato di tali auto. Secondo le proiezioni sull’evoluzione futura dei costi di proprietà e gestione dei veicoli elettrici, il cosiddetto TCO – Total cost of ownership, calcolati in relazione sia ai costi attesi di acquisto dei veicoli elettrici sia ai risparmi energetici e di gestione dei veicoli stessi, l’auto elettrica non si prospetta come una soluzione economicamente conveniente per gli utenti. Il parallelo miglioramento atteso dell’efficienza energetica dei veicoli a propulsione termica sembra prospettare una maggior convenienza economica di quest’ultimi almeno fino al 2030. “Pertanto – ha dichiarato Molocchi – solo una appropriata valorizzazione, economica e regolatoria (diritti di accesso, mobilità, parcheggio, etc.) dei benefici ambientali dell’elettrificazione del trasporto privato, realizzata nell’ambito di una strategia nazionale di sostegno alla realizzazione della rete di ricariche e alla diffusione dei veicoli e di coordinamento delle iniziative degli enti locali, può consentire un’ottimizzazione delle politiche sull’auto elettrica”.
Il primo firmatario di una proposta di legge espressamente dedicata alle misure per la promozione dell’auto elettrica, l’On. Agostino Ghiglia, ha contestato la previsione che i livelli di costo delle auto elettriche nei prossimi anni si mantengano alti e, dopo aver riassunto i termini del dibattito in Parlamento, ha espresso la convinzione che almeno il disegno di legge sugli spazi verdi, già approvato con un voto bipartisan in Senato, possa essere approvato definitivamente prima dell’estate. Secondo, Pietro Menga, Presidente del CIVES, la Commissione Italiana Veicoli Elettrici, i vantaggi per la collettività della diffusione dell’auto elettrica sono comprovati e giustificano una politica pubblica di incentivazione all’acquisto.
Tommaso Prini, dell’Associazione Componenti e Sistemi per Impianti aderente ad ANIE – Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche, ha auspicato soluzioni modulate per favorire la diffusione delle citycar elettriche, come gli impianti di ricarica nelle aree di parcheggio dei centri commerciali e ha valutato con prudenza l’evoluzione tecnologica delle batterie.
Il Direttore dell’Area di business Reti di Acea Spa, l’ing. Francesco Sperandini, ha difeso l’opzione favorevole ai distributori locali di energia per l’installazione dei sistemi di ricarica almeno fino a quando le dimensioni del mercato resteranno limitate. Sullo stesso argomento ma con posizioni diverse, Valeria Termini, Componente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas naturale, che ha sostenuto che occorre privilegiare situazioni aperte e concorrenziali. I risultati degli esperimenti pilota, illustrati dall’ing. Andrea Valcalda, Responsabile Ambiente e Innovazione Enel, hanno riscontrato un elevato gradimento da parte degli utenti, nonostante il maggior costo di noleggio rispetto alle auto tradizionali.
Affinché il Paese non resti escluso dal nuovo sviluppo industriale, Fulvio Giacomassi della Cisl ha sollecitato misure che indichino con chiarezza alle imprese la direzione da intraprendere. Per il Responsabile della Comunicazione di Assoelettrica, Stefano Bevacqua, i problemi e le opportunità di sviluppo della rete elettrica si intersecano con quelli del sistema di mobilità e la ricarica dei veicoli potrebbe rappresentare un risparmio indiretto sui costi di diffusione del fotovoltaico. Suscitando un coro di consensi, Bevacqua ha, inoltre, rilevato l’opportunità di investire sulle flotte di auto pubbliche, dai furgoni delle Poste alle auto di servizio della Pubblica amministrazione. Anche Alberto Biancardi, Componente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas naturale, è favorevole al disegno di legge in discussione in quanto “sufficientemente adattabile” e ha riferito dell’impegno dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas naturale per svolgere al meglio le attività di regolazione che sarà differenziata per tenere conto dell’entità degli investimenti nella rete ma garantirà il massimo di trasparenza. “A differenza di altri settori dallo sviluppo opinabile, quello dell’auto elettrica è un futuro prevedibile, in modo articolato, con almeno due fasi principali. – ha sostenuto che il Sottosegretario all’Ambiente, Tullio Fanelli – La prima, riguarda un mercato relativamente piccolo di auto ibride e city-car per il quale l’Italia può vantare una situazione avanzata per il sistema di distribuzione. La seconda riguarda le batterie stazionarie che saranno in grado di effettuare ricariche veloci. In questo settore di innovazione tecnologica è necessario non farsi sorprendere impreparati.”
Il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha voluto fare “l’avvocato del diavolo”, preoccupato che si chiedano incentivi pubblici per colmare un gap ancora troppo consistente fra i costi dell’auto elettrica e quelli delle auto tradizionali. “Pur prestando una doverosa attenzione alla valutazione monetaria delle esternalità – ha detto il sottosegretario – le risorse economiche per gli incentivi non ci sono e occorre evitare di ripetere l’esperienza delle rinnovabili elettriche finanziate a spese degli utenti con un risultato modesto per l’industria italiana.” Per Rosa Filippini, Presidente degli Amici della Terra, le carenze del sistema italiano nello sviluppo delle grandi innovazioni dipendono spesso dal ritardo del sistema politico nel predisporre gli strumenti di sostegno o il quadro di regolazione. “E’ inutile far passare 20 anni per l’approvazione di una legge. Le leggi non sono il Vangelo, non devono essere perfette. Possono e devono essere corrette e perfezionate con l’evolversi delle situazioni – ha dichiarato la Presidente Filippini durante le conclusioni – è dunque importante cogliere l’intuizione bipartisan del Senato e approvarla in tempo utile.”

 

 

 

 

 

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