CAR E CNA: UN LABORATORIO PER IL FUTURO DELLE IMPRESE

Intervista a Mario Turco, Responsabile nazionale dell’Unione CNA/SC/Autoriparazioni

A margine di Autopromotec – Biennale Internazionale delle Attrezzature e dell’Aftermarket Automobilistico, dove una parte della Redazione del Notiziario ha seguito i lavori della Giornata di Formazione sul Sistri, promossa da CAR – Confederazione Autodemolitori Riuniti (evento, peraltro più che riuscito in termini di singole presenza ed imprese), abbiamo incontrato Mario Turco, Responsabile nazionale dell’Unione CNA/SC/Autoriparazioni, con il quale abbiamo approfondito la partnership che lega CNA/Autoriparazione a CAR, in vista della concretizzazione di vantaggi reciproci tra i due sistemi di imprese. Dott. Turco, può farci un consuntivo della presenza di CNA all’ultima edizione di Autopromotec, Fiera di Bologna? Il consuntivo è sicuramente positivo. Autopromotec è la fiera di riferimento per le nostre imprese, le quali in quei 4 giorni cercano e trovano idee, proposte e novità per il settore dell’after-market. È per questo che CNA/Autoriparazione (che fa parte dell’Unione CNA/Servizi alla comunità) ha programmato e realizzato una partecipazione coerente con l’importanza ed il valore che questa Fiera ha per i nostri associati.

Nel salone era presente lo stand della società d’opera di CNA/Autoriparazione – denominata Autogarant – che ha presentato i suoi ultimi progetti in tema di servizi e vantaggi offerti alle imprese aderenti alla nostra rete nazionale. Inoltre abbiamo realizzato due convegni di successo, rispettivamente sul tema delle revisioni auto e del nuovo protocollo MCTCNet2, e sul tema dell’evoluzione del mercato dell’after-market e le conseguenti proposte che la nostra Associazione avanza alle imprese del settore. Sarebbe un’operazione molto lunga entrare nel merito di questi temi. Rimandiamo tutti coloro che volessero approfondirli a visitare il nostro sito: (www.cna.it/unioni/servizi-alla-comunita) Da qualche anno la Confederazione Autodemolitori Riuniti – CAR, ha ricercato un dialogo ed una sponda di collaborazione con CNA. Quali sono i presupposti di questo rapporto? Con CAR abbiamo sottoscritto molto tempo fa un Protocollo di intesa che in sostanza stabilisce una partnership politica tra queste due Organizzazioni nazionali di categoria. L’obiettivo centrale di questa intesa è quello di unire la forza e la capacità di rappresentanza di CNA e di CAR e di spenderla al meglio sui tavoli istituzionali e non, esclusivamente a vantaggio delle imprese del settore. Noi siamo molto soddisfatti di questo rapporto e riconosciamo in CAR un autorevole e competente organismo nazionale di rappresentanza delle imprese di autodemolizione. Siamo così soddisfatti che – a mio avviso – potremmo andare anche oltre e pensare ad una vera e propria “affiliazione” di CAR al sistema CNA. Detto questo, non abbiamo nessuna intenzione di dettare i tempi e l’agenda politica a CAR. Quando sarà maturo il momento di fare questo ulteriore passaggio, noi siamo disponibili. In che modo CNA si è avvicinata alle problematiche delle imprese di autodemolizione? CNA/autoriparazione associa già da tempo al suo interno le imprese di auto demolizione (ne abbiamo conteggiato oltre 300 iscritte a CNA su tutto il territorio nazionale). Quindi non si tratta di un vero e proprio “avvicinamento” alle tematiche del settore. Vero è – e mi fa piacere sottolinearlo – che la competenza specialistica di CAR è un prezioso valore aggiunto che fa bene sia alle imprese CNA che a quelle di CAR. Ed è per questo che penso che prima o poi sarà opportuno fare l’operazione dell’affiliazione. Ciò anche perché CNA/Autoriparazione ha messo in atto da tempo una strategia che sta portando avanti con convinzione: realizzare una organizzazione unica di rappresentanza di tutto il settore dell’after-market, in tutte le sue molteplici articolazioni. Un unico filo che parte immediatamente dopo la vendita dell’auto e arriva fino all’automobilista ed alle sue esigenze e necessità. È ambizioso? È impegnativo? Ma a noi piacciono le cose ambiziose e impegnative. Quali servizi è in grado di offrire CNA a questa tipologia di imprese? Devo ammettere che finora, come CNA, non abbiamo sviluppato molta creatività in questo campo specifico. Tuttavia, in questa direzione, crediamo molto nella collaborazione con CAR e sono convinto che si possono fare molte cose con la massima soddisfazione delle imprese. CNA rappresenta già un buon numero di Autoriparatori. È auspicabile e verosimile un rapporto di reciproco vantaggio fra questi ultimi e le imprese di autodemolizione? Sì, i numeri di CNA/Autoriparazione sono molto interessanti. Noi associamo circa 25.000 imprese dell’autoriparazione (carrozzieri, meccanici, gommisti, centri di revisione, soccorritori e depositerie, ecc). Sicuramente ci possono essere dei vantaggi reciproci tra queste imprese e quelle di autodemolizione. Penso – per esempio – al mercato dei ricambi usati, anche se rappresenta una particolare e limitata attività di riparazione. Anche in questo caso la collaborazione tra CNA e CAR rappresenta un buon laboratorio per individuare e concretizzare i vantaggi reciproci tra i due sistemi di imprese. In un frangente di crisi economica perdurante, qual è il vantaggio di mettere insieme esperienze diverse e far fronte comune nei confronti delle avversità? Le economie di scala e la forza dell’unione sono concetti e pratiche che si possono, anzi si debbono, applicare anche alle Organizzazioni. Quali saranno, nei prossimi mesi, le attività comuni che vedranno CNA e CAR lavorare insieme per la crescita culturale ed economica del comparto ELV? Intanto abbiamo già sottoscritto insieme CAR e CNA un importante Protocollo con il Ministero dell’Ambiente proprio su questo tema. Certo la firma dei protocolli serve a poco se poi non si concretizzano gli obiettivi prefissati. Credo che sarebbe comunque opportuno e necessario elaborare e redigere insieme a CAR un “piano strategico per il comparto”, in cui scrivere con sinteticità e chiarezza gli obiettivi a medio e breve termine e – conseguentemente – individuare le azioni e le modalità operative per realizzarlo. Il problema è che oggi siamo costretti ad inseguire sempre e comunque le emergenze. Bisognerebbe invece trovare il tempo ed il modo per guardare oltre le emergenze ed indicare alla categoria il percorso (o i precorsi) per la sua qualificazione ed il suo sviluppo. Un’ultima domanda: l’ennesimo rinvio del SISTRI, segna, a suo avviso, la prova definitiva di una iniziativa nata male (seppure i presupposti siano nobili), oppure c’è la possibilità di addivenire insieme ad una soluzione che accontenti Ministero dell’Ambiente ed imprese? Il SISTRI nasce sicuramente per un giusto obiettivo. È però altrettanto vero – e ciò è sotto gli occhi di tutti – che sul piano della organizzazione del servizio è nato proprio male, anzi malissimo. Male hanno fatto a dare poco ascolto alle Organizzazioni di categoria che a tempo debito avevano manifestato questo rischio. Da poco è stato trovato un accordo tra il Ministero dell’Ambiente, Confindustria e Rete Imprese Italia (di cui CNA fa parte). Questo accordo in sostanza scagliona lo start-up del sistema a seconda della dimensione delle aziende, prevedendo così anche dei margini di miglioramento che intanto si possono individuare. È una soluzione? Non lo so. Credo che sia stato, al momento, l’unico compromesso possibile. Una cosa però è chiara e insopportabile: le imprese hanno già pagato due rate di un servizio che non è ancora partito. Vi sembra un comportamento corretto (oltretutto fatto da un Organismo pubblico)? A me, no. Occorre trovare una soluzione a questo problema, e la più semplice mi sembra quella di individuare una forma di conguaglio che dia alle imprese la sensazione di non avere buttato i soldi per una cosa che non esisteva, ma di avere investito in un progetto dai nobili principi.


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