Parigi: stretta sui limiti di velocità e sulle auto più vecchie

 

Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, prosegue con la sua politica anti-traffico automobilistico nella Capitale francese: dal prossimo 1° luglio entreranno in vigore i divieti di circolazione per le auto e i veicoli da trasporto anteriori al primo ottobre 2001. Nel 2016 scatterà un ulteriore divieto che riguarderà auto e truck immatricolati prima del 1997 e le moto antecedenti il 31 maggio 2000.

parigi

 

L’inquinamento ambientale è una delle cause principali del riscaldamento globale e del peggioramento del clima in tutto il mondo. Fabbriche, auto, moto e tutto ciò che può emanare gas ammorbanti stanno pericolosamente danneggiando l’aria che respiriamo e l’ambiente in cui viviamo.

Ecco allora che proprio in questi giorni arriva da Parigi un provvedimento che sta già facendo discutere tutti i cittadini transalpini, e non solo. Il sindaco della bellissima Capitale francese, Anne Hidalgo, alla vigilia della Giornata mondiale dell’Ambiente lo scorso 5 giugno, ha approvato una norma che prevede dal prossimo 1° luglio il divieto di circolazione per le auto e i veicoli di trasporto più vecchi, quelli soprannominati in Francia “Classe 1 Stella”, ossia immatricolati prima del 1° ottobre 2001, in considerazione degli alti livelli di inquinamento raggiunti dall’aria della città.

Per questi mezzi, ritenuti altamente pericolosi, lo stop sarà compreso tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20, senza possibilità di modifica alcuna. Ma non è finita qui: dal 2016, scatterà un ulteriore divieto che interesserà auto e camion immatricolati prima del 1997, e le moto antecedenti il 31 maggio 2000.

Inoltre, lo stesso sindaco ha anche diminuito la velocità sulle strade urbane: entro la fine dell’anno le zone con limite a 30 km/h saliranno dal 20% al 33% dell’intera rete viaria urbana, con prospettiva futura di introdurre anche tratti a 20 km/h. La nuova misura riguarderà le zone centrali di Parigi e i quartieri a est, per un totale di 88 km.

Infine, proseguendo nella sua politica anti-traffico automobilistico e anti-inquinamento, nei prossimi anni il sindaco ha promesso che aumenterà il numero delle piste ciclabili nella città francese che dovranno raddoppiare entro il 2020 per far salire dal 3% al 15% la quota degli spostamenti urbani in bicicletta.

Viaggiare a 50 km/h – ha assicurato la Hidalgo – sarà una eccezione a Parigi, e sarà possibile solo su strade urbane con traffico particolarmente intenso”. Parole che, naturalmente, non sono piaciute a tanti automobilisti e motociclisti francesi, contrariati dalla legge che obbliga chiunque sia in possesso di mezzi usurati ad acquistare un nuovo veicolo: è vero che è fondamentale rispettare l’ambiente sempre e comunque, specialmente nelle grandi metropoli, ma la crisi economica non aiuta e comprare un’auto nuova non è per tutti.

E in Italia cosa succederebbe se venisse applicata una simile norma? Secondo i dati che emergono dal Progetto CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute), finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, dovremmo emulare al più presto l’esempio di Parigi: nella nostra Penisola, a causa dell’inquinamento atmosferico e delle polveri sottili, soprattutto nelle aree urbane più trafficate dove la presenza di auto e altri veicoli è elevata, ogni anno si registrano 30.000 decessi (circa il 7% delle morti totali).

Certo, anche da noi la crisi è pesante, e rinunciare alla nostra vecchia auto non è così semplice. Ma se pensiamo agli effetti devastanti dell’inquinamento ambientale e ai mezzi di trasporto obsoleti che consumano e avvelenano l’aria, varare una legge coraggiosa, che all’inizio potrebbe attirare antipatie, forse è l’unica cosa da fare se si vuole vedere un’Italia più pulita e innovativa. D’altra parte, la salute dei cittadini viene prima di tutto.

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