Sicurezza stradale: ACI e ETSC chiedono la revisione della normativa europea

Nel Vecchio Continente sono ancora troppo pochi gli utenti della strada che beneficiano delle innovazioni in tema di sicurezza stradale. A lanciare l’allarme l’European Transport Safety Council (ETSC), del quale fa parte anche l’Automobile Club d’Italia (ACI), che chiede di elevare gli standard minimi della sicurezza, aumentare la protezione dei pedoni e creare un database europeo specifico sugli incidenti stradali.

sicurezza stradale

I tragici eventi che continuano ad accadere sulle strade d’Europa, come il terribile incidente in Spagna che ha coinvolto le nostre studentesse Erasmus, continuano ad evidenziare come ancora, nel Vecchio Continente, siano troppo pochi gli utenti della strada che beneficiano delle innovazioni in tema di sicurezza stradale. A tal proposito, il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETSC – European Transport Safety Council), del quale fa parte anche l’Automobile Club d’Italia, ha lanciato l’allarme: è vero che negli ultimi 20 anni i livelli di sicurezza dei veicoli sono migliorati grazie ai test Euro NCAP (il programma europeo che verifica le dotazioni delle auto nuove in Europa), però solo la metà delle macchine vendute nel 2013 ha raggiunto la valutazione massima, cioè le famose 5 stelle, senza contare le notevoli differenze tra le diverse Case costruttrici.

Proprio per questo, l’ETSC chiederà nelle prossime settimane all’Unione Europea (che nel 2016 ha in programma la revisione degli standard minimi di sicurezza e della procedura di omologazione dei veicoli) che diventino dotazioni di serie alcune tecnologie, come il sistema automatico di frenata capace di arrestare il veicolo in presenza di un ostacolo o di evitare un tamponamento, la segnalazione di cintura allacciata da parte di tutti i passeggeri, i crash test di omologazione aggiornati ed equiparati a quelli di Euro NCAP. Solo così tutti i “VRU” (Vulnerable Road Users), categoria a cui appartengono pedoni, ciclisti e motociclisti, potranno beneficiare veramente di standard di sicurezza più rigorosi, innalzando i livelli minimi di protezione. Ad oggi solo gli occupanti delle auto, infatti, hanno tratto vantaggio dai miglioramenti ottenuti in termini di “safety driving“.

Tra i principali ostacoli ai progressi in materia di sicurezza riscontrati dall’ETSC – oltre alla vetustà degli standard stabiliti per legge – spicca soprattutto il fatto che le Case automobilistiche fanno riferimento a valori di omologazione diversi rispetto ai protocolli Euro NCAP, mentre bisognerebbe puntare al loro innalzamento. Ad esempio, un’auto che soddisfa gli standard minimi europei rischia di ottenere zero stelle nei test Euro NCAP; test che tra l’altro analizzano solo alcuni modelli di veicoli in riferimento a taluni allestimenti.

Sempre secondo l’ETSC, l’Europa è leader nella sicurezza dei veicoli, ma i benefici non sono equamente distribuiti. “C’è bisogno di rivedere la normativa – confermano dal Consiglio Europeo – anche per garantire che i progressi tecnologici più recenti siano a beneficio di molti e non di pochi. Di qui l’esigenza di aggiornare subito sia i test di omologazione vigenti che le dotazioni standard dei dispositivi per la sicurezza“.

E’ necessario, inoltre, un maggiore approfondimento e confronto tra i risultati dei crash test ottenuti in laboratorio con gli effetti reali degli incidenti su strada, anche perché sempre più veicoli saranno dotati di tecnologie avanzate (sistema di frenata di emergenza, dispositivo che avvisa il conducente se esce dalla corsia), attualmente testate in modo limitato da parte di Euro NCAP. L’ETSC, infine, sollecita la creazione di un database europeo aperto che raccolga le informazioni sugli incidenti stradali (mediante un dispositivo di registrazione dati installato a bordo dell’auto, la cosiddetta “scatola nera”) e sul comportamento sia del conducente che della vettura, sovvenzionato con un apposito contributo applicato su ogni veicolo venduto.

Concludiamo sottolineando che se l’Europa vuole mantenere una posizione di primissimo piano in tema di sicurezza del parco circolante, dovrà iniziare presto a considerare anche il contesto entro cui i mezzi si trovano a muoversi, affiancando ai sistemi di assistenza alla guida quelle soluzioni tecnologiche in grado di trasformare la strada in un luogo sicuro per tutti, e non solo per pochi.

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