Mobilità green per l’Europa: il piano per un’economia a basse emissioni di carbonio

La Commissione Europea vuole ridurre le emissioni di gas serra attraverso la riqualificazione dei trasporti pubblici e privati.

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Per far fronte ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e ai conseguenti problemi di salute dei cittadini, la Commissione Europea si sta adoperando con misure economiche per essere competitiva e moderna con gli altri continenti. Già dall’Accordo di Parigi, si era stabilita una riduzione del 40% delle emissioni di carbonio entro il 2030 rispetto al 1990.

Il percorso per raggiungere l’obiettivo prefissato procede concentrandosi su cambiamenti sostanziali nell’economia stessa dell’Unione Europea. Le proposte fatte dalla Commissione servono per guidare gli Stati membri verso la risoluzione dei problemi legati al clima e per far si che nessuno Stato rimanga indietro a causa di ritardi e impedimenti legislativi. L’obiettivo si può raggiungere puntando ad un’economia a bassi livelli di carbonio in tutti i settori dalla produzione al trasporto, dal momento che, proprio quest’ultimo, se da una parte alimenta l’economia e l’occupazione europea, è anche in cima alla classifica dei comparti più inquinanti.

L’Unione dell’energia sta dando risultati – ha affermato Maroš Šefčovič, Vicepresidente responsabile dell’Unione dell’energia – Inoltre stiamo procedendo con determinazione verso un sistema dei trasporti a emissioni zero. Il pacchetto di oggi dimostra che stiamo mobilitando tutte le nostre politiche verso l’economia competitiva, circolare e a basse emissioni di carbonio che avevamo promesso nella strategia dell’Unione dell’energia”.

La Commissione vuole chiarire che i principi sui cui si basa il progetto per la salute ambientale è equa ed efficiente per tutti gli Stati membri. Inoltre, questi sono coinvolti attivamente nelle decisioni da prendere per raggiungere l’obiettivo del 2030. Il punto focale su cui si basa la strategia della Commissione Europea è una mobilità a basse emissioni: per muoversi in Europa le emissioni di carbonio dovranno essere ridotte o nulle grazie alla diffusione dell’utilizzo di combustibili alternativi. Si fa riferimento, oltre al trasporto cittadino pubblico e privato, anche a quello aereo e marittimo: ogni tipo di trasporto deve diminuire o azzerare le sue emissioni di gas serra.

“I trasporti costituiscono un quarto delle emissioni di gas a effetto serra dell’Europa e sono la causa principale dell’inquinamento atmosferico – ha dichiarato Violeta Bulc, Commissaria UE per i Trasporti – La transizione verso una mobilità a basse emissioni è pertanto fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’UE in materia di clima e per migliorare la qualità della vita nelle nostre città. È inoltre un’opportunità per modernizzare l’economia dell’UE e mantenere la competitività dell’industria europea. La strategia che adottiamo oggi propone una tabella di marcia verso una mobilità a basse emissioni e darà impulso a questa transizione”.

La strategia proposta dalla Commissione Europea si basa su tre elementi principali:
aumentare l’efficienza del sistema di trasporto, abbassando le emissioni dei mezzi di trasporto, rendendoli sempre più digitalizzati e smart;
accelerare la diffusione di energia alternativa per il trasporto, ad esempio incrementando l’utilizzo di biocarburanti avanzati, dell’elettricità rinnovabile e di combustibili sintetici rinnovabili;
muoversi verso veicoli a emissioni zero: l’Europa deve accelerare la transizione verso veicoli a basse o zero emissioni.

La Commissione Europea è convinta che i rappresentanti degli Stati membri possono riuscire a migliorare qualitativamente il trasporto nei loro Paesi e che le città siano i luoghi privilegiati per attuare la strategia a zero emissioni, ivi cercando di incoraggiare l’utilizzo del trasporto pubblico o della mobilità condivisa (car-sharing e car-pooling). Si stima, infatti, che entro il 2030 una vettura su 10 sarà utilizzata in modalità condivisa (con una conseguente flessione delle vendite private del 2% annuo). Un altro modo individuato dalla Commissione Ue per incoraggiare la mobilità alternativa è quello di puntare sull’efficienza del sistema di trasporto, ad esempio lavorando sul sistema dei pedaggi stradali in termini di maggiore equità e convenienza da parte degli utenti; introducendo, vieppiù il fattore inquinamento come costo: chi inquina di più paga di più!

La realizzazione del Piano potrà avverarsi attraverso l’utilizzo di fondi già esistenti: 70 miliardi di euro sono disponibili per la riqualificazione dei trasporti grazie al Fondo Strutturale europeo per gli investimenti, di cui 39 miliardi di euro per sostenere il passaggio verso una mobilità green a basse emissioni. Inoltre, all’interno del programma di finanziamento Orizzonte 2020, sono disponibili 6,4 miliardi di euro per progetti di mobilità a basso tenore di carbonio.

La Commissione sottolinea che questa strategia porterà notevoli vantaggi ai cittadini europei, tra cui meno inquinamento, sia acustico che atmosferico. Inoltre cambierà l’informazione rivolta ai cittadini, ad esempio, saranno resi più chiari gli aspetti positivi dell’automobile alternativa, in modo da rendere più consapevoli i consumatori.

Lo scoglio maggiore da superare riguarda la disparità esistente a livello di singolo Paesi membri in termini di incentivazione finanziaria, politiche fiscali e distribuzione puntuale delle colonnine di ricarica. Questo comporta un rallentamento nella transizione ad una mobilità a basse emissioni. Considerando che il 94% del fabbisogno energetico europeo dipende dal petrolio, il progetto della Commissione Europea ha il compito di portare ad un cambiamento di marcia, cercando di diminuirne il fabbisogno del 15-17% circa entro il 2030.

Allo stesso tempo, l’Unione Europea si sta concentrando per diminuire le emissioni da gas serra sia nel trasporto marittimo che aereo attraverso accordi che prevedono un monitoraggio delle emissioni, ma il percorso sembra essere più complicato.

Il Piano può portare delle opportunità per cambiare il mondo dei trasporti in Europa e per migliorare la qualità dell’aria che i cittadini respirano, ma il successo di questa strategia, e l’Unione Europea ne è consapevole, può arrivare solo attraverso una vera e propria partnership tra pubblico e privato e con una serie di incentivi e di finanziamenti per i consumatori e per le imprese.


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