Punti di ricarica: cresciuti del 41% in Italia nel 2022

Con 36.772 punti di ricarica registrati al 31 dicembre da Motus-E il nostro Paese, nonostante una flessione delle immatricolazioni elettriche, si conferma fra quelli europei con la rete di ricarica più solida. Ma c’è ancora da lavorare.

Lo scorso anno il numero dei punti di ricarica installati in Italia ha superato le 10.500 unità (10.748, per la precisione); un balzo avanti del 41% rispetto al 2021 (che aveva già segnato una crescita del 36% rispetto al 2020). In totale, quindi, al 31 dicembre, l’Italia poteva contare su una rete di ben 36.772 punti di ricarica, più densa in rapporto al parco elettrico circolante rispetto a molti Paesi europei considerati più virtuosi sulla mobilità elettrica.

É il dato più eclatante che merge dalla quarta edizione del Rapporto: “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia” presentato due giorni fa da Motus-E, la prima associazione italiana che mette insieme i principali operatori industriali, il mondo accademico e l’associazionismo ambientale e d’opinione per favorire la transizione green nei trasporti e spingere verso l’adozione massiva di mezzi sostenibili, promuovendo la mobilità elettrica e divulgandone opportunità e benefici tanto per l’ambiente, quanto per l’industria.

Andando a leggere la sintesi del Rapporto, si scopre che dei 10.748 nuovi punti di ricarica installati lo scorso anno, ben il 27% è stato ad alta potenza ed oltre il 36% del totale (3.996) è stato messo a terra nell’ultimo trimestre dell’anno a conferma della tendenza alla crescita della rete di ricarica sul territorio; si consideri, appunto che, a partire dalla prima rilevazione nazionale compiuta dall’Associazione nel settembre 2019, il numero dei punti di ricarica in Italia è salito del 245%.

Il totale dei punti di ricarica risulta così suddiviso:
32.046 con potenza minore/uguale a 43kW in correte alternata (AC);
1.774 di potenza tra 44 e 99 kW in corrente continua (DC);
2.650 con potenza maggiore/uguale a 100 kW in corrente continua (DC).

Tra l’altro, si legge nel Rapporto, lo scorso anno è raddoppiata la quota dei punti di ricarica in corrente continua ed è triplicata quella dei punti ultraveloci con potenza oltre i 150 kW; non solo, da ottobre a dicembre 2022 i tassi di crescita dei punti di ricarica a potenze elevate ha visto quelli fast in DC crescere del 34,3% e quelli ultraveloci del 60% rispetto al trimestre precedente.

Bene anche il risultato dei punti installati sulla rete autostradale che al 31 dicembre sono risultati essere 496 (di cui l’85% in DC con potenza oltre i 43 kW); un balzo considerevole se si pensa che a fine 2021 erano soltanto 118.
Tuttavia, scrivono da Motus-E, se incremento c’è stato, questo è stato comunque “fortemente limitato dalla mancata pubblicazione dei bandi previsti per legge per consentire agli operatori l’installazione massiva delle colonnine sulla grande viabilità”.

Guardando alla distribuzione geografica dei punti di ricarica, sono le regioni del Nord a detenere il podio con il 58% del totale con la Lombardia in testa (16%) seguita da Piemonte e Veneto (11% a testa); seguono le regioni  del Centro Italia con il 22%, mentre il Sud e le Isole hanno appena il 20% del totale.

Tuttavia, in generale la gran parte dei punti di ricarica del Paese (66%) si concentra in Lombardia, Piemonte, Veneto (con le percentuali di cui sopra), Lazio ed Emilia-Romagna (10% a testa) e Toscana (8%).

Se guardiamo alle grandi aree urbane delle città metropolitane in cui vive circa il 36% della popolazione nazionale dal Rapporto emerge che in questi luoghi (14 città) si trova circa il 33% dei punti totali e, in questo caso è Roma ad avere la prima posizione con 2.751 punti, seguita da Milano (1.927), Torino (1.641), Venezia (1.372) e Firenze (882); numeri decisamente alti se si considerano quelli delle città metropolitane fanalino di coda: Messina (298 punti di ricarica), Cagliari (250) e Reggio Calabria (123).

Infine, nell’86% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 Km; valore che cresce, comprensibilmente allorquando ci si avvicina alle grandi città dove, in molti casi si superano i i 600 punti di ricarica nel raggio di 10 Km.

E una volta tanto il confronto con i maggiori partner europei non ci vede sfigurare, infatti, nonostante nell’ultimo anno le immatricolazioni di auto elettriche siano diminuite in Italia rispetto alle crescite registrate in Francia, Germania e UK, la nostra rete infrastrutturale è più solida di quanto si possa pensare: “Ogni 100 veicoli elettrici circolanti, infatti – scrive Motus-E –  in Italia si contano 21,5 punti di ricarica a uso pubblico, a fronte degli 11,5 della Francia, degli 8,2 della Germania e degli 8,9 del Regno Unito”.

Fonte: Motus-E

Ma sedersi sugli allori non è mai una buona cosa e dunque da Motus-E arrivano anche alcune sottolineature e linee di indirizzo circa il lavoro da fare a livello politico e amministrativo nazionale per il prossimo futuro.

Secondo Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, la prima è quella di: “intervenire a livello politico per non sprecare gli oltre 700 milioni di € del PNRR destinati all’installazione di più di 21.000 stazioni di ricarica ad alta potenza”. Il rischio, secondo l’Associazione è quello di: “non riuscire a impiegare le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa, almeno nel primo bando che senza interventi scadrà a maggio, ma non è ancora stato aperto”.

C’è poi il tema spinoso del ritardo circa il potenziamento delle infrastrutture di ricarica nelle reti autostradali che risulta un pesante ostacolo allo sviluppo dell’e-mobility nazionale.
I concessionari autostradali che non hanno iniziato a installare i punti di ricarica per conto proprio sono obbligati per legge a pubblicare i bandi per l’installazione delle colonnine, ma ci risulta che nessuno finora abbia bandito delle gare per l’assegnazione della subconcessione per la ricarica dei veicoli elettrici”, ha rimarcato Naso. “Auspichiamo che dopo anni di rinvii finalmente questo Governo riesca a fare chiarezza sulla questione, garantendo così che anche l’Italia possa avere una capillare e indispensabile rete di ricarica sulle autostrade”.

L’ultimo ostacolo da superare e che si trascina da tempo, secondo il segretario generale di Motus-E è il problema delle autorizzazioni per la realizzazione delle infrastrutture, soprattutto per i piccoli Comuni. “Nei mesi scorsi abbiamo messo a punto un Vademecum proprio per supportare le amministrazioni locali in tutte le attività di coordinamento per la realizzazione delle infrastrutture, con consigli per identificare i siti più adatti, modelli di business e modalità di ingaggio degli operatoriè una risorsa messa a disposizione di tutti sul nostro sito web, che può aiutare concretamente i Comuni rimasti indietro e a cascata anche tanti automobilisti”.

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