Rallenta il mercato auto italiano: a febbraio -1,4%

Elezioni, Km0 e nuove formule di possesso influenzano i canali di vendita.

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Secondo i dati diffusi dal CED del Ministero dei Trasporti a febbraio sono state immatricolate 181.734 autovetture, con una diminuzione del -1,4% rispetto alle 184.350 di febbraio 2017.
Tuttavia, se si considera che nel febbraio scorso vi è stato un giorno lavorato in meno, che vale circa il 4,5%, il dato del mese scorso è in linea con il risultato di gennaio che si è chiuso con un incremento su gennaio 2017 del 3,4%.

Negli ultimi tre giorni del mese è stato immatricolato quasi il 46% del totale mercato.
Tra le aree geografiche si registrano variazioni negative per tutta l’Italia ad eccezione del Nord Est, che registra un aumento del 5,7% rispetto allo scorso anno.

Il primo bimestre registra 359.907 autovetture immatricolate rispetto alle 356.384 di gennaio-febbraio 2017 per una lieve crescita dell’1%.

Dopo una crescita del 16% sia nel 2015 che nel 2016 e dell’8% nel 2017, secondo il Centro Studi Promotor, i primi due dati del 2018 mettono in luce una tendenza al rallentamento che è dovuta essenzialmente a tre fattori.
Il primo è la decisione di alcune case automobilistiche di non fare ricorso alle km0, scelta adottata a fine 2017 e probabilmente operativa almeno per la prima parte del 2018.
Il secondo fattore di rallentamento è il fatto che, dopo tanta crescita negli ultimi tre anni, una leggera frenata è normale anche nel quadro di una prosecuzione del recupero delle vendite fino al livello fisiologico (quota 2.200.000 immatricolazioni).
Il terzo fattore è l’effetto elezioni che, da sempre, nel nostro Paese frena l’acquisto di beni di consumo durevoli, tanto che il principale ostacolo alle vendite percepito dai concessionari è stata la situazione politica che influenza anche la fiducia dei consumatori.
Inoltre, non hanno giovato le dichiarazioni estemporanee su possibili blocchi del traffico per determinati tipi di autovetture, anche se nel febbraio scorso la quota del diesel sulle immatricolazioni è ancora aumentata.

Analizzando i canali di vendita, a febbraio si registra ancora un calo a doppia cifra delle immatricolazioni a privati (-12,7%) e una crescita delle immatricolazioni a società (+8,1%) e a società di noleggio (+19,3%).

Secondo l’UNRAE e Federauto, il fenomeno delle km0 e il graduale passaggio dalla proprietà dell’auto al suo possesso hanno influito sul risultato di febbraio.

Il risultato di febbraio – ha commentato Michele Crisci, Presidente dell’UNRAEe in particolare la flessione dei privati, conferma il bisogno di diverse reti di vendita di far ruotare più velocemente le giacenze di vetture già autoimmatricolate che vengono prevalentemente vendute ai privati, drenando così parte della vendita di auto nuove”.

Secondo Federauto, le proposte di noleggio a lungo termine sempre più orientate ai privati, rappresenta la risposta alle nuove tendenze che privilegiano il possesso delle autovetture a costi certi nel medio periodo rispetto alla proprietà.
Inoltre, la crescita a due cifre delle immatricolazioni alle società di noleggio è certamente riferibile anche alla coda positiva del superammortamento, che proseguirà fino al 30 giugno per autoveicoli acquistati dalle suddette società entro il 31 dicembre scorso.

Come Federazione – ha dichiarato Mario Beretta, Presidente di Federautoci preoccupa e ci delude il fatto che durante questa campagna elettorale, nonostante le numerose idee e istanze prospettate alle forze politiche in campo, l’auto non sia stata messa al centro dei temi da sviluppare nella prossima legislatura. Da un lato è auspicabile che si possa avviare quanto prima un percorso pragmatico di revisione della fiscalità per privati e società, così da poter rilanciare in modo strutturale il rinnovo del parco auto italiano, che presenta un’anzianità media di 10,7 anni. Dall’altro è indispensabile che i provvedimenti normativi varanti a livello locale per la riduzione del parco circolante più inquinante non penalizzino le vetture ad alimentazione diesel più recenti, in quanto il tema della mobilità sostenibile e del miglioramento della qualità dell’aria dovrebbe essere affrontato in una logica complessiva e di coordinamento nazionale”.


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