L’AUTOMOBILE ALLO STADIO FINALE: ANALISI TECNOLOGICA E AMBIENTALE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’ASR.

L’ambiente è un qualcosa da salvaguardare: con l’evoluzione, forse, ci stiamo dimenticando che l’ambiente va trattato come un “amico” e non un “nemico” da combattere. Dovremmo cercare di riprendere il giusto feeling con lui, per evitare spiacevoli sorprese di cui noi saremmo l’unica causa: il tempo, ormai, stringe e l’ambiente non può più aspettare. I governi internazionali e gli organi legislativi stanno orientando, comunque, le loro scelte politiche e legislative definendo valori-limite per le emissioni in acqua, in aria e per lo smaltimento dei rifiuti. Questo è stato, senza dubbio, un passo in avanti per contrastare i dilaganti disagi che stia vivendo: un aumento di malattie a cui porre un freno in modo celere. In campo automobilistico gli interventi legislativi sono stati ben precisi: infatti per ogni fase del ciclo di vita dell’automobile è stato regolamentato il tipo di emissione che maggiormente incide sull’ambiente. Nella fattispecie specifica, per la fase d’uso di un autoveicolo sono stati decisi i limiti dell’emissione dell’anidride carbonica, del particolato, degli idrocarburi incombusti ecc., causa il loro effetto presunto sul cambiamento climatico terrestre (effetto serra) e sulla salute umana per la diminuzione della qualità dell’aria cittadina.

Per ciò che concerne la fase del fine vita delle auto, essendo centrale il tema del consumo delle risorse e dello smaltimento dei rifiuti, sono stati disciplinati a livello nazionale ed europeo i metodi di trattamento degli autoveicoli a fine vita, come d’altronde sono stati definiti i compiti fra gli operatori economici del settore. La riciclabilità dei materiali costituenti l’autoveicolo è l’alternativa attuabile in quanto tenderebbe ad una riduzione del consumo e ad un più efficace uso delle risorse naturali e ad un conseguente minore impatto ambientale. Come ben sappiamo la strategia più efficace per il nostro ambiente è la riduzione dei rifiuti mediante una progettazione dell’autoveicolo che tenga in conto la necessità del futuro riciclaggio (Design For Recycling, DfR). Esaminiamo insieme il procedimento che ogni Autodemolitore deve effettuare per trattare correttamente le vetture da rottamare. Dall’ultimo proprietario il veicolo passa, quindi, nelle mani di un autodemolitore che rimuove selettivamente i componenti ancora funzionanti, per i quali c’è un mercato dell’usato. Nelle varie fasi di smontaggio è conveniente tenere sotto controllo il percolamento di fluidi tossici, in quanto ritenuti pericolosi, ed inquinanti. Altre parti dei veicoli vengono, invece, date ai trituratori dove vengono recuperati altri materiali, la cui quantità e qualità dipenderà dai modelli, dalla tecnologia delle strutture e da fattori di convenienza economica. I rimanenti materiali, che costituiscono all’incirca il 25% o più dell’autoveicolo, sono molto tossici e devono essere trasportati in discariche per rifiuti speciali. Parliamo dei famosi ASR, ovvero Automobile Shredder Residues (residui da triturazione di automobili, chiamati spesso fluff). Così facendo, ad oggi circa il 75% dei materiali viene recuperato o riciclato, mentre la rimanente quantità ha un valore troppo minimo per consentirne economicamente il riciclo. Entro l’anno 2015 il recupero dovrà essere pari al 95%. Altre operazioni possono aver come obiettivo il recupero di energia. L’eterogeneità degli ASR pone il problema delle alternative alla discarica, dato che la loro composizione, la loro densità ed il loro contenuto di liquami pericolosi può cambiare in modo netto. Questa eterogeneità è causata da molteplici fattori, quali possono essere le tecnologie utilizzate per il trattamento delle vetture dismesse, la precisione nelle operazioni di drenaggio e di smontaggio, il tipo di veicolo (la sua complessità tecnologica), il tenore di materiali plastici e di sostanze pericolose in esso contenute. Facendo una media dei contenuti degli ASR derivanti dalle auto delle principali case automobilistiche possiamo notare che la composizione degli ASR è la seguente: • Plastica: 35% 

• Poliuretani: 16%
• Fibre tessili sintetiche: 13%
• Ferro: 8%
• Gomme: 7%
• Vetro: 7%
• Cablaggi: 5%
• Materiali non ferrosi: 4%
• Legno: 3%
• Carta: 2% Abbiamo visto insieme i criteri guida in tale materia: dobbiamo essere consci che seguirli alla lettera sarebbe positivo non solo per noi, ma anche per i nostri figli. Avv. Rosa Bertuzzi Consulente Ambientale – ambienterosa@libero.it

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