Emissioni auto: il Parlamento europeo accusa gli Stati membri e la Commissione di aver favorito le case costruttrici

Troppi ritardi e mancati controlli sono le maggiori responsabilità della Commissione europea e degli Stati membri per quanto riguarda l’applicazione delle norme comunitarie in materia di emissioni inquinanti delle automobili.

parlamento europeo

È stato approvato con una larghissima maggioranza (40 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni) il rapporto finale della Commissione di inchiesta sulla Misurazione delle emissioni nel settore automobilistico, frutto di un intenso lavoro durato dodici mesi per ricostruire i fatti, raccogliere e analizzare le prove, sul ruolo svolto dalla Commissione Ue e dagli stati membri, prima e dopo il Dieselgate.

L’indagine ha stabilito che lo scandalo Volkswagen esploso nel 2015 è solo un aspetto di un problema molto più ampio, che colpisce il settore automobilistico nel suo complesso: la grande differenza tra delle emissioni di ossido di azoto (NOx) delle vetture diesel misurate in laboratorio e su strada.

Il rapporto, che non è vincolante, identifica chiaramente le responsabilità della Commissione europea e degli Stati membri, tra cui l’Italia, ritenuti responsabili di non aver attuato la normativa in materia di emissioni inquinanti delle automobili e di non aver messo in atto un’adeguata vigilanza.

Per la prima volta in 10 anni una commissione d’inchiesta ha fatto un rapporto fermo, approvato con una maggioranza schiacciante, in cui la cattiva amministrazione da parte della Commissione e degli Stati membri è chiaramente dimostrata. – ha dichiarato la Presidente della Commissione Kathleen Van BremptSe la legge fosse stata semplicemente applicata e fatta rispettare, non saremmo stati di fronte a questo scandalo. Spetta ora alla Commissione e agli Stati membri di ripristinare la fiducia nelle nostre industrie e nella legislazione europea. Gli Stati membri, in particolare, devono seguire le nostre raccomandazioni per rafforzare il sistema UE di omologazione e di vigilanza del mercato e devono smettere di mettere gli interessi delle case costruttrici di sopra degli interessi dei consumatori e dei cittadini europei “.

In primo luogo, secondo l’inchiesta, i paesi dell’UE, oltre a non aver fatto rispettare il divieto dell’uso di “dispositivi di manipolazione” alle case automobilistiche, non hanno neanche applicato le sanzioni sufficienti per le violazioni del diritto comunitario.

Gli Stati membri e la Commissione Ue, inoltre, pur avendo le prove delle enormi differenze di emissioni tra verifiche su strada e in laboratorio, hanno accumulato gravi ritardi, circa 6 anni, per far adottare alle case automobilistiche le verifiche delle emissioni su strada.

Infine, l’indagine ha individuato ulteriori lacune nel sistema di omologazione UE, dovute in particolare alla mancanza di controllo da parte della Commissione europea.

La Commissione di inchiesta sulla Misurazione delle emissioni nel settore automobilistico ha inoltre approvato una serie di proposte e raccomandazioni alla Commissione e al Consiglio, che ha ricevuto 37 voti favorevoli, 3 contrari e 4 astensioni.

La Commissione ha chiesto l’attuazione urgente del pacchetto RDE, la riduzione del “fattore di conformità” che permette emissioni di NOx superiori nei nuovi test su strada rispetto a quelli in laboratorio, la rapida adozione del nuovo regolamento relativo all’omologazione e maggiori controlli sul mercato, che dovranno essere più severi e quindi più efficaci per ridurre realmente le emissioni dei veicoli.

Viene inoltre ipotizzata la creazione di un’Agenzia europea dedicata per una maggiore supervisione europea e la Commissione di inchiesta consiglia che, per un migliore funzionamento del sistema, in futuro, le competenze sulla qualità dell’aria e sulla normativa delle emissioni auto vengano poste sotto un unico portafoglio del Commissario, e che venga rafforzato il ruolo del Centro comune di ricerca della Commissione europea.


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