Emissioni e consumi truccati: Volkswagen e Renault sono solo la punta dell’iceberg

Da un report della “Transport&Environment” emerge il profondo divario tra i test in laboratorio e quelli su strada.

tachimetro

Gli scandali delle emissioni truccate di Volkswagen e Renault in questi mesi hanno dimostrato come gli attuali test in laboratorio per misurare le emissioni inquinanti dei nostri veicoli siano molto distanti dalla realtà.
Transport&Environment”, società di analisi con sede a Bruxelles e a stretto contatto con la Commissione europea, ha condotto uno studio dal titolo “Mind the Gap 2015” su 17 modelli di sei costruttori (Bmw, Mercedes, Renault, Volkswagen, Toyota e Peugeot) analizzando la differenza tra le emissioni e i consumi dichiarati dalle case automobilistiche e quelle reali.

Dalla ricerca emerge chiaramente che il sistema attuale di misurazione in laboratorio delle emissioni di CO2 e del consumo di carburante è del tutto inutile. Gli scostamenti infatti sono notevoli e uno degli aspetti più preoccupanti è che tali scostamenti tendono ad aumentare nel tempo.
Il divario tra i risultati dei test in laboratorio e le prestazioni reali negli ultimi 15 anni è diventato una voragine, passando dall’8% del 2001 al 31% nel 2012 fino al 40% nel 2014.
Senza un serio intervento normativo questo divario è destinato a crescere di quasi il 50% entro il 2020.

Sul podio del gap più ampio tra quanto dichiarato dalla casa madre e quanto realmente misurato su strada troviamo tre modelli Mercedes, Classe A, Classe C e Classe E, che emettono il 50% di emissioni di CO2 in più su strada rispetto alla prova in laboratorio. Seguono Bmw Serie 5 (48%), Peugeot 308 (47%), Renault Megane (45%) e Volkswagen Golf (42%).
L’auto con meno divario è la Renault Twingo le cui emissioni reali si discostano del 10% da quelle dichiarate.
mindthegap
Lo studio della “Transport&Environment”, allargando l’analisi ad altri marchi automobilistici, ha preso in considerazione anche il consumo di carburante, registrando forti anomalie tra quanto promesso dalle case nei loro depliant e quanto la vettura consuma realmente.
Ancora una volta sono le Mercedes a indossare la maglia nera con un gap del 48%, mentre i modelli Psa e General Motor si discostano del 40%. Le vetture di Bmw, Renault, Average, Ford e Volkswagen si aggirano tra il 37 e il 35%, mentre FCA e Toyota hanno un gap del 25%.

Il divario riscontrato per le emissioni di CO2 e per il consumo dei carburanti oltre a danneggiare pesantemente l’ambiente, rappresenta un danno per le tasche dei consumatori e per l’economia in generale.
Lo studio infatti ha calcolato che ogni automobilista deve sostenere una spesa di 450 € all’anno in carburante aggiuntivo rispetto a quello che ci si sarebbe aspettati dai risultati dei test ufficiali. Ovviamente, spendendo più soldi per il carburante, ne restano di meno per acquistare altri beni e servizi, riducendo così la crescita economica e l’occupazione.
Entro il 2030, a causa di questo divario, che tende a crescere negli anni, gli automobilisti saranno costretti a spendere 1.000 miliardi € in più per il carburante e l’Unione europea dovrà importare 6 miliardi barili di petrolio in più, con pesanti difficoltà per la sicurezza energetica e per la bilancia dei pagamenti dell’Unione europea.

I ricercatori della “Transport&Environment”nel loro report hanno infine spiegato quali sono le diverse parti della vettura che vengono modificate durante i test in laboratorio per ottenere prestazioni con minori consumi ed emissioni.
Ecco alcuni trucchi messi in atto durante i test: ottimizzare le centraline del motore, ritrarre le pastiglie dei freni, montare gomme speciali a bassa resistenza o gonfiarle al limite per diminuire l’attrito, usare marce alte, modificare la convergenza, utilizzare lubrificanti speciali, modificare la carrozzeria per migliorare l’aerodinamica e scollegare l’alternatore per impedire la ricarica della batteria e ridurre quindi il consumo di energia.

Oltre alla completa inutilità dei test in laboratorio, quello che realmente emerge dallo studio condotto dai ricercatori della “Transport&Environment” è che il nostro pianeta è molto più inquinato di quanto possiamo immaginare ed è urgente una nuova procedura per rendere i test sulle emissioni più realistici usando dispositivi che permettano di eseguire prove su strada.


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